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GUIDI: BLUE TONGUE SOTTO CONTROLLO

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Piergiorgio MASSIDDA (FI) ha presentato ieri una interrogazione parlamentare sulla gravità della Blue Tongue in Sardegna alla quale ha risposto il Sottosegretario alla Salute Antonio Guidi, riservandosi di riferire al Sottosegretario Cursi. Massidda chiedeva un intervento straordinario del Governo per garantire la vaccinazione dei capi “. Ciò al fine di arginare- ha spiegato il deputato- i drammatici problemi che deriverebbero dalla distruzione della produzione, anche in termini di immagine a fronte di prodotti noti non solo in Italia per le caratteristiche di elevata qualità”. In proposito il Sottosegretario Guidi ha infatti rilevato come, a fronte di una campagna di vaccinazione nazionale, manchino i vaccini per gli oltre 4 milioni di capi presenti nella regione Sardegna. Alla fine di agosto del 2003 nella stessa regione è comparsa una nuova epidemia, sostenuta questa volta dal virus della Blue tongue sierotipo 4, che era già stato evidenziato a partire dal 2002 in Calabria e in Sicilia. Il sierotipo 4 – ha proseguito Guidi - non è segnalato nei Paesi che si affacciano sul Mediterraneo occidentale, quindi l'ipotesi più verosimile è che la sua introduzione in Sardegna sia legata all'introduzione illecita di animali vivi provenienti dalle regioni infette. La nuova epidemia sta provocando danni diretti che appaiono inferiori rispetto a quelli registrati nelle precedenti occasioni: infatti, nei 1.136 focolai denunciati, al momento, le perdite complessive tra animali morti e abbattuti sono 2.734. Nonostante la nuova epidemia e grazie al sistema di sorveglianza clinica e sierologica, è stato possibile evitare che la Commissione europea bloccasse totalmente la movimentazione degli animali vivi dalle zone non ancora interessate dalla malattia, che rappresentano il 25 per cento, circa, del territorio regionale. Si ribadisce, inoltre, che la strategia di lotta alla malattia si basa principalmente sul blocco della movimentazione degli animali vivi dalle aree interessate dall'infezione e sulla profilassi vaccinale, che, quando eseguita nei tempi e nei modi previsti dalla legge, ha garantito la riduzione della circolazione virale e la riduzione dei territori soggetti a restrizione dei movimenti. Viceversa, la mancata osservanza alle disposizioni sulla vaccinazione ha portato all'estensione dell'epidemia in territori precedentemente liberi. È evidente che in questa fase non vi è disponibilità di una quantità sufficiente di vaccino sierotipo 4 da poter utilizzare per immunizzare tutta la popolazione animale recettiva della Sardegna (circa 4 milioni di capi): infatti l'evento era inaspettato e imprevedibile. Tuttavia il Ministero della salute, tramite il suo Centro di Referenza e dopo aver informato la Commissione europea, ha già richiesto, con l'impegno che il caso richiede, la fornitura delle dosi di vaccino necessarie a fronteggiare tale ulteriore emergenza all'Onderstepoort Veterinary Institute (Sud Africa). Si precisa, inoltre, che è già previsto un programma di vaccinazione nazionale, che dovrà iniziare il 1o dicembre 2003 e concludersi il 30 aprile 2004, in cui verranno utilizzati i quattro sierotipi di virus finora rilevati in Italia (Sierotipi 2, 4, 9, 16). Per finire, è opportuno sottolineare il fatto che, laddove le campagne di vaccinazione sono state condotte in modo corretto, la circolazione del virus è risultata pressoché nulla (Lazio, Toscana e Sardegna, almeno fino a che non sono comparsi sierotipi diversi da quelli con cui sono stati vaccinati gli animali). Pertanto, la strategia adottata rimane l'unica possibile, come dimostrano i dati scientifici e il riconoscimento della Commissione europea in merito al lavoro svolto dall'Italia. Intanto il quotidiano La Nazione riferisce di un «bovino sentinella» risultato positivo alla Blu Tongue in Val di Vara (La Spezia). Immediatamente è scattato il blocco della commercializzazione degli animali in tutta la zona. Il comitato di crisi che è stato istituito dalla Regione Liguria, composto da tutti i rappresentanti delle varie categorie, chiede un coinvolgimento maggiore dell'associazione allevatori.