“Non esistono sistemi idonei a rilevare se le stesse derrate siano ottenute da animali alimentati con o senza organismi geneticamente modificati”. Assalzoo ribadisce la propria contrarietà al decreto Amato e, dopo la sentenza della Corte di giustizia europea in materia di commercializzazione di prodotti ogm, chiede regole uniformi in Europa: “Vietando in Italia i 4 mais ogm, si penalizzano i produttori nazionali, senza fare la necessaria chiarezza nel settore degli OGM. Bisogna emanare norme uniformi e valide per tutti i Paesi Europei per evitare un’ingiusta discriminazione. Il divieto di impiego e di commercializzazione delle quattro varietà di mais ogm non esiste negli altri Paesi UE. La conseguenza è evidente: ci si trova in presenza di una distorsione della concorrenza”. L’Associazione nazionale dei produttori di alimenti zootecnici rileva inoltre che la presenza di ogm nelle derrate di origine animale non è verificabile. Per i prodotti di origine animale non è previsto l’obbligo di segnalare in etichetta se il bestiame è stato alimentato con mangimi ogm. L’industria italiana utilizza quasi esclusivamente materie prime coltivate o prodotte nel nostro Paese, come i cereali e i cruscami. La quasi totalità dei mangimi composti importati è di origine comunitaria (il 44,6% dalla Francia), il resto da Stati Uniti e Ungheria. ( Agrisole, 19/25 sett.)
