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TUTELA ANIMALE, RIPRENDE L’ESAME

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La Commissione Giustizia del Senato riprende questa settimana l’esame della pdl 1930 Disposizioni a tutela degli animali .Il testo è già stato approvato dalla Camera dei Deputati il 15 gennaio scorso e ed è il risultato dell’unificazione di quattro proposte di legge. E’ prevedibile che il provvedimento sia raggiunto in Senato da una serie di emendamenti proposti dal Governo allo scopo di ampliarne l’applicazione e a rafforzare obblighi e divieti. In particolare, la Camera dei deputati non era intervenuta sulla controversa questione della detenzione delle cosiddette razze canine pericolose, né su aspetti concernenti il benessere degli animali da reddito. Così come licenziato dalla Camera, il provvedimento prevede all’articolo 3 obblighi a carico dei medici veterinari: “Salvo che il fatto costituisca reato, chiunque, avendo nell’esercizio della professione veterinaria curato o visitato animali per lesioni riferibili ai delitti di cui alla presente legge, omette di riferirne all’autorità giudiziaria è punito con la sanzione amministrativa da 500 euro a 1.500 euro. In caso di ritardo, si applica una sanzione amministrativa da 300 euro a 1.000 euro. Queste misure, già stigmatizzate come “superflue” in corso di dibattito parlamentare dall’Onorevole Gianni Mancuso, hanno sollevato le perplessità dell’Associazione Nazionale dei Medici Veterinari Italiani e della FNOVI, data la sussistenza di un codice deontologico e di un regolamento di Polizia Veterinaria. Spiega Aldo Vezzoni, Segretario FNOVI: “Il Testo Unico di Polizia Veterinaria (D.P.R. 320 del 1954), infatti, all'art. 86 disciplina già l'obbligo, per il medico veterinario, di segnalare all'autorità sanitaria (ASL Servizi Veterinari) qualunque lesione da morsicatura di cani per il controllo della rabbia; l'autorità sanitaria, in base alla segnalazione ricevuta, ha l'obbligo di verificare le circostanze in cui è avvenuta la morsicatura mediante un sopralluogo al domicilio del cane e di provvedere al sequestro cautelativo del cane morsicatore per dieci giorni presso il suo domicilio, se sono garantite condizioni adeguate di isolamento, oppure presso un canile convenzionato con la ASL. La stessa procedura deve essere messa in atto da un medico o da un pronto soccorso quando viene curata una persona che è stata morsicata da un cane. Poiché esiste già un meccanismo di controllo gerarchico, in cui il veterinario di base od il medico di base sono obbligati a segnalare al servizio veterinario pubblico l'avvenuta morsicatura, ed il veterinario del SSN, con funzioni di polizia giudiziaria, deve eseguire un'ispezione presso il domicilio del cane, diventa del tutto superfluo ed indaginoso richiedere al veterinario di base di segnalare all'autorità giudiziaria, come richiesto dall'art. 3, cure prestate per lesioni che possano essere ragionevolmente riferibili a combattimenti: il veterinario di base non ha infatti alcun strumento per verificare un suo eventuale sospetto, avendo come unica fonte di informazione il proprietario del cane, in quanto delle ferite da morso sono spesso conseguenza incidentale di litigi tra cani. Il veterinario dipendente del SSN, invece, eseguendo il sopralluogo presso il domicilio del cane, ha la possibilità di raccogliere maggiori informazioni e, in caso di sospetto, dovrebbe essere lui ad inoltrare la segnalazione all'autorità giudiziaria”.