La Commissione Ambiente del Parlamento europeo dà un giro di vite sulla proposta di regolamentazione del Parlamento e del Consiglio concernente l’etichettatura degli organismi geneticamente modificati per alimenti e mangimi, abbassando dallo 0,9 per cento previsto nell’ultima bozza licenziata dal Consiglio (attualmente in seconda lettura al Parlamento) allo 0,5% il limite oltre il quale, la presenza accidentale di OGM nei prodotti finiti andrà segnalata obbligatoriamente in etichetta. Una soglia che riguarda naturalmente solo gli Ogm autorizzati. La proposta sarà discussa in luglio dall’assemblea plenaria, dove sembra poter riscuotere il voto della maggioranza ed entrare così in vigore entro la fine del 2003.
La nuova regolamentazione su etichettatura e tracciabilità degli Ogm negli alimenti e nei mangimi, se approvata, permetterà ai consumatori di scegliere se comprare o meno i prodotti contenenti Ogm, un provvedimento all’insegna della massima cautela e trasparenza nei confronti dei consumatori. Le nuove regole, una volta varate, dovrebbero consentire alla UE di ritirare la moratoria sulle nuove autorizzazioni che dura da cinque anni e porre fine alla disputa legale tra Unione Europea e i maggiori produttori mondiali di colture Ogm, gli Stati Uniti, che puntano alla penetrazione nel mercato europeo. Secondo Eurobarometer, l’agenzia di indagini demoscopiche della Commissione Europea, i cittadini dell’unione non mostrano un rifiuto a priori delle tecniche di manipolazione genetica, ma l’uso di queste tecniche in campo vegetale e alimentare spacca profondamente l’opinione pubblica. L’uso di tecniche genetiche in agricoltura è visto con favore in Spagna, Portogallo, Irlanda, Belgio, Gran Bretagna, Finlandia, Germania e Olanda, mentre è decisamente rifiutato in Danimarca, Austria, Francia, Italia, Grecia e Lussemburgo.
Curiosamente, molti di coloro che appoggiano l’uso di tecniche genetiche in agricoltura non vogliono poi nel piatto i cibi GM, visti come inutili e rischiosi dalla maggior parte degli europei e largamente accettati solo in Spagna, Portogallo, Irlanda e Finlandia.