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INTRAMOENIA: FINE INDAGINE CONOSCITIVA

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La normativa sull' attivita' libero professionale intramuraria dei medici del Servizio sanitario nazionale ''necessita di correttivi e integrazioni anche sostanziali''. Lo si legge nel documento che la commissione Affari sociali della Camera ha approvato ieri pomeriggio, a conclusione dell' indagine conoscitiva avviata sull' argomento alla fine del maggio dell' anno scorso. Quello approvato e', pur con alcune modifiche, sostanzialmente lo stesso documento che il relatore, Francesco Stagno D'Alcontres (Fi), aveva proposto lo scorso 18 marzo, secondo il quale ''i risultati attesi'' dall' applicazione della normativa introdotta con il decreto legislativo 229 del 1999, dall' allora ministro della Sanita' Rosy Bindi, sarebbero ''ancora molto lontani dall' essere raggiunti''.
Di diverso tenore, ovviamente, le proposte di modifica al documento che erano state presentate dall' opposizione, le quali, pero', non hanno trovato spazio nella relazione approvata. Secondo una di queste proposte di modifica (primo firmatario proprio l'ex ministro Bindi), l'indagine avrebbe dimostrato che, laddove correttamente applicata, la normativa ''ha funzionato, corrispondendo allo spirito che aveva animato i principi della riforma-ter'' della sanita'. Nel documento conclusivo, peraltro, non ha trovato accoglimento neanche la modifica proposta da Tiziana Valpiana (Prc), secondo la quale ''la libera professione intra moenia e' un fallimento per i medici e per i pazienti'', e che ''chi lavora nel sistema pubblico non deve lavorare ne' nel sistema privato, ne' in modo privato al suo interno''.
Per ''invogliare i professionisti a lavorare nella struttura pubblica - si legge nel documento approvato dalla commissione - occorre verificare la possibilita' di garantire la qualita' delle prestazioni''. Gli incentivi della riforma, realizzata con il Dl 229/99, sarebbero stati invece prevalentemente ''incentrati sul trattamento economico aggiuntivo''. Tuttavia, incentivi economici, avverte la relazione, non sono sufficienti ''ad aumentare l'efficienza del personale, soprattutto nel settore pubblico''; quello che serve sono piuttosto ''motivazione, modalita' di qualificazione e formazione professionale, capacita' organizzativa e sensibilita' nei rapporti con i collaboratori e con i cittadini''. Inoltre, occorrerebbero ''strumenti, strutture e scelte ragionate nell' erogazione dei servizi e ripartizione dei costi''; in caso contrario, ''il carrozzone pubblico diventa piu' comodo - sostiene il documento - certamente non piu' veloce''. Tra le indicazioni per ''correttivi interni'' alla normativa in vigore, il documento suggerisce in sintesi di destinare il premio di produttivita' all' effettiva riduzione delle liste d'attesa e di subordinare la stessa autorizzazione all' extra moenia al raggiungimento degli obiettivi dell' azienda sanitaria; andrebbe inoltre rivisto il sistema premiale per i direttori generali, legando anche questo alla reale produttivita' dell' azienda sanitaria. L'intra moenia 'allargata' andrebbe poi limitata quanto piu' possibile, mentre ci vorrebbe uno ''sforzo notevole'' per spendere le risorse stanziate per l'adeguamento delle strutture. (ANSA)