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SICUREZZA CARNI: L’INCOGNITA DEL FARMACO

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Roberto La Pira sul Corriere Salute di ieri affronta il tema della somministrazione agli animali di medicinali, anabolizzanti e sostanze vietate per incrementare il peso, ridurre la quantità di grasso e aumentare la massa muscolare. L’articolo parte dal punto di vista che sulla sicurezza alimentare aleggi “un dubbio di cui si parla poco” e indica nell’uso illecito di farmaci una minaccia per la salute dei consumatori. Per il NAS: «l'uso fraudolento di medicinali veterinari e di altre sostanze vietate è sempre esistito, ma negli ultimi anni l’utilizzo si è "perfezionato" grazie all'impiego di nuovi prodotti, più difficili da individuare ai controlli. si può ritenere che esista una vera filiera del crimine specializzata in questo settore. In Europa, - continuano i Nas - ci sono traffici per trattare milioni di capi. Se le sanzioni non diventano più serie, abbinate ad altri provvedimenti, come la chiusura dell’allevamento o la confisca di tutti i capi a fronte di un solo caso di positività, le possibilità di contrastare in modo efficace il fenomeno sono poche». Gandolfo Barbarino, dell’Ufficio Veterinario della Regione Piemonte: «I medicinali zootecnici che si possono legittimamente trovare negli allevamenti sono somministrati a bovini, maiali e polli su prescrizione veterinaria, per curare infezioni batteriche. Secondo le statistiche, questa presenza di medicinali nelle stalle è un’eccezione, visto che il veterinario interviene con una cura mediamente solo 1,5 volte l’anno. Quando, invece, nelle stalle si trovano quantitativi elevati di medicinali, è facile ipotizzare un uso illecito, che vuol dire trattare sistematicamente gli animali, non per prevenire le malattie, ma per incrementare la massa muscolare». Bartolo Biolatti, del Dipartimento di Patologia Animale dell’Università di Torino: «Tra i metodi fraudolenti ci sono, per esempio, trattamenti "week-end", che iniziano il venerdì sera, quando i veterinari smettono di lavorare, e agiscono in 48 ore. In questo modo, se il lunedì mattina arriva l’ispezione, le sostanze farmaceutiche sono già metabolizzate. Si sono perfino scoperti animali con un impianto attivo (una compressa, sottopelle, che rilascia lentamente il farmaco), che sottoposti alle analisi sono risultati negativi, perché la presenza di farmaci era al di sotto dei livelli perseguibili. Ciò accade perché le quantità somministrate sono minime, ma efficaci, e perché vengono usati cocktail che contengono fino a 30 anabolizzanti. In questo modo si sviluppa un’azione sinergica delle varie molecole, pur mantenendo i livelli di ogni singola sostanza sotto la soglia illecita. La battaglia con gli allevatori furbi non si vince, quindi, solo con controlli chimici; oggi è necessario includere analisi istologiche sulle ghiandole e sugli organi bersaglio». L’etichetta che riporta tutta la storia dell’animale purtroppo non serve a mettere in guardia il consumatore verso questo specifico problema. Tutto è affidato, dunque, ai controlli veterinari, che, però, dovrebbero affiancare ai sistemi già in uso metodi più attuali. Una soluzione interessante è quella che stata messa a punto da un gruppo di cinque anatomo patologi veterinari delle Università di Torino, Bologna, Padova, Parma. Sarà adottata dal luglio 2003 dai supermercati COOP per la carne bovina venduta con il marchio della catena. ( dal Corriere Salute, domenica 23 marzo 2003)