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DECRETO ANTRI TRUFFE: ORDINI SI ADEGUINO

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“Entro il termine di 180 giorni decorrenti dall’entrata in vigore del presente decreto legge , gli ordini e i collegi professionali sanitari provvedono alla modifica dei regolamenti stabilendo che, ai sensi dell’articolo 2 della legge 7 agosto 1990, n. 241, la durata del procedimento disciplinare non può superare i giorni 60” ( art. 5 Norme procedimentali in materia disciplinare del Decreto legge Disposizioni urgenti per il perseguimento di illeciti nel settore sanitario”). Il decreto antitruffe approvato venerdì scorso dal Consiglio dei Ministri riguarda i professionisti sanitari dipendenti del Servizio Sanitario Nazionale o con esso convenzionati e i responsabili di strutture sanitarie accreditate per l’erogazione di prestazioni clinico-diagnostiche. Le azioni incriminabili riguardano prescrizioni farmaceutiche diagnostiche non pertinenti con la patologia di riferimento, i ricoveri ospedalieri ingiustificati, assunzione di impegni contrattuali che cagionano danni all’azienda sanitaria locale e ospedaliera. Sanzioni pecuniarie sulla pubblicità non corretta presso gli operatori sanitari. Per quanto riguarda il Codice penale, spiega il ministero della salute, è inserita una specifica circostanza aggravante nell'articolo 640 per le truffe commesse dagli operatori del settore in danno del Servizio sanitario nazionale: è notevolmente aumentata la pena pecuniaria ed è resa obbligatoria la confisca dei beni connessi con il reato. In caso di illecito, a conclusione del provvedimento, il procedimento deve essere comunicato al competente ordine o collegio professionale di appartenenza che, valutati gli atti, può disporre la sospensione dall’esercizio della professione o la radiazione dall’Albo. ( art. 1 e art 3). Sul piano dei controlli, viene costituita una task force di specialisti, facenti capo al Ministero della Salute, per affiancare i Nas e la Guardia di Finanza, rispettivamente, nell’attività di controllo dell’applicazione dei Livelli essenziali di assistenza e nell’accertamento di reati a danno del SSN. Le somme incassate con le multe saranno utilizzate per la riduzione delle liste di attesa principalmente nella Regione dove è avvenuto l'illecito.