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AVILAMICINA: ECCEZIONE PER L’UE

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L’ avilamicina potra' continuare ad essere aggiunta ai mangimi - nel rispetto di determinate soglie - teoricamente ancora per un periodo di dieci anni, ossia fino al 20 gennaio 2013. In realta', la proroga al suo utilizzo decisa al Consiglio dei ministri dell'agricoltura dell'Ue, per l'Italia il ministro delle politiche agricole Giovanni Alemanno, verrà meno nel momento in cui entrerà in vigore la messa al bando generale di tutti gli antibiotici nei mangimi che i Quindici auspicano il primo gennaio 2006. Lo scorso dicembre infatti, i ministri dell'agricoltura dell'Ue hanno raggiunto un accordo politico per vietare una volta per tutte in Europa il pollame e le salsicce agli antibiotici. L'obiettivo: eliminare il rischio di un aumento dei batteri restistenti agli antibiotici nell'uomo e quindi preservare l'efficacia dei farmaci in caso di necessità. L'uso di antibiotici a fini di ingrasso negli animali e' passato negli ultimi cinque anni da 1.600 a 786 tonnellate, secondo uno studio della Federazione europea della salute animale. L'Unione europea ha già vietato di incorporare nei mangimi gli antibiotici utilizzati per l'uomo. Il futuro regolamento - attualmente all'esame del Parlamento europeo dopo l'accordo politico dei ministri dell'agricoltura dell'Ue - completera' questo divieto vietando l'uso di quattro antibiotici ancora utilizzati a fini non terapeutici, soprattutto per pollame e suini. Si tratta della avilamicina, del monesin sodico, della salinomicina sodica e del flavofosfolipol. In materia di additivi, in base all'accordo raggiunto a dicembre dai Quindici, tutte le nuove autorizzazioni per integrarli nei mangimi saranno accordate solo per un periodo di dieci anni, mentre le societa' che vendono gia' additivi dovranno, entro i prossimi sette anni, richiedere una nuova valutazione ed una nuova autorizzazione per i loro prodotti. Sara' l'Autorita' europea per la sicurezza alimentare ad avere un ruolo centrale nella nuova procedura di autorizzazione degli additivi affinche' nessun prodotto che presenti un rischio potenziale per la salute umana o animale resti sul mercato. (ANSA)