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ORDINI: L’EMILIA LAVORA ALLA CONSULTA

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Giovedì scorso a Modena il gruppo consiliare della Margherita della Regione Emilia ha tenuto un convegno sul riordino delle professioni “ Le libere professioni, tra sostegno nazionale e sostegno regionale”. Hanno parlato l’On Mantini e l’On Lo Presti, responsabili delle professioni, rispettivamente per la Margherita e per Alleanza Nazionale. Per le professioni, oltre al presidente del CUP regionale, era presente il Collega Andrea Banchio in rappresentanza del direttivo di ANMVI EMILIA ROMAGNA. Il convegno è nato dalla proposta di istituzione della consulta professionale avanzata in Regione dal gruppo consiliare della margherita, attraverso il suo primo firmatario Graziano Pini, pure presente al Convegno. Partendo dal presupposto che i liberi professionisti contribuiscono alla formazione dell’11 per cento del PIL Nazionale, l’obiettivo dichiarato dalla Margherita “è la creazione di una consulta regionale delle professioni che permetta a questi soggetti qualificati di divenire interlocutori della Regione nelle materie in cui sono competenti”. Per Andrea Banchio di ANMVI EMILIA ROMAGNA non si comprende la ragione di istituire consulte parallele agli enti ordinistici, specie mentre l’Esecutivo sta lavorando per portare in Parlamento una legge organica che regolamenti a livello nazionale Ordini e Professioni. Il rischio, secondo ANMVI EMILIA ROMAGNA è che le consulte si traducano in iniziative regionali slegate dal dibattito nazionale e che interpretino in maniera difforme sul territorio nazionale il senso dell’art. 117 della Costituzione. Questo malgrado la Margherita in Emilia Romagna affermi che la consulta non vuole entrare “in materie di competenza statale come quelle di carattere ordinamentistico, deontologico, tariffario, assicurativo e così via”. Le libere professioni ordinate sono anche preoccupate per le aperture alle professioni non regolamentate a cui vengono troppo impulsivamente riconosciute prerogative che le professioni riconosciute stanno ancora faticosamente definendo al tavolo del Ministero della Giustizia. Un segnale di avvio del “federalismo delle professioni” arriva intanto dalla Regione Piemonte, la prima in Italia a riconoscere gli operatori della medicina alternativa. Mentre il Parlamento esamina 16 pdl diverse in Commissione Affari Sociali, il Piemonte riconosce giuridicamente il naturopata.