“ I cani vivevano in condizioni igieniche disastrose. Li ho trovati affetti da dermatiti, deperiti, con lesioni su tutto il corpo, alcuni con problemi respiratori e segni di ferite da morso”. Questo il quadro clinico fatto da Massimo Sassetti, il medico veterinario che ha seguito ieri l’altro l’operazione di sequestro del canile di Gello, frazione del comune di San Giuliano Terme. Individuato dopo giorni di indagini dal nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Firenze, il canile ospitava 18 pit bull oggetto di addestramenti violenti e destinati a combattimenti clandestini. I cani sono stati affidati all’ENPA che ha messo a disposizione una struttura espressamente organizzata per loro. Nel suo comunicato stampa, l'ENPA ha accennato ad una iniziativa di recupero di questi animali, da portare avanti con la collaborazione scientifica della veterinaria: Sequestrarli non basta – si legge nel comunicato- occorre restituire loro un equilibrio. Dalla cronaca di una rieducazione terapeutica, lo staff ENPA intende ottenere materiale fruibile per una ricerca di alto livello. Il progetto si avvale del supporto dell'Università e dell'ANMVI, sposando le realtà accademiche e professionali con quella degli operatori e della protezione animali. "Questi ex-combattenti", commenta Paolo Manzi, presidente dell'ENPA "conoscono la vera ferocia: gliel'hanno insegnata gli uomini, trasformandoli in macchine da guerra. Ora siamo noi a puntare su di loro: scommettiamo che torneranno a essere cani". Intanto il quotidiano La Nazione informa che l’inchiesta sull'organizzazione internazionale dedita ai combattimenti tra cani e alle scommesse clandestine facente capo al canile di San Giuliano Terme è approdata in terra bergamasca.
ANMVI ed ENPA hanno nuovamente sollecitato la commissione Giustizia della Camera a riproporre quanto prima all’ordine del giorno la proposta di legge sui combattimenti clandestini (che alla ripresa dei lavori parlamentari, dopo la pausa estiva, è stata accantonata per dare priorità all’esame delle proposte di riforma dell’ordinamento giudiziario).
Ad oggi, in mancanza di questa legge, i reati imputabili al canile pisano sono di maltrattamento e partecipazione a giochi d’azzardo.