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IL FALSO SCOOP DI STRISCIA

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QUELLA MORFINA AI CANI CON LA MUTUA Sono un amante della satira, adoro i comici ( quelli bravi ) e i programmi satirici ( quelli che fanno ridere sul serio ). “ Striscia la notizia “ è un programma molto amato dagli italiani che gli riservano una generosa attenzione. Purtroppo “ Striscia “ non è come il buon brandy che invecchiando migliora. Quando poi manca Greggio, si ha l’impressione di ascoltare le battute penose del comico che tenta inutilmente di fare ridere ad ogni costo. Quando non si ha nulla da dire converrebbe tacere. Sarei molto più soddisfatto se una sera Bonolis si presentasse davanti alla telecamera dicendo << Signori telespettatori, questa sera Striscia non va in onda, perché non abbiamo nulla di buono >>. Come il vecchio Bruno, proprietario di un famoso ristorante romagnolo che, se non c’era il pesce giusto, metteva un cartello sulla porta del locale con su scritto: “ Oggi chiuso. Il pesce non andava bene “. Immaginate chi aveva prenotato. Eppure aveva sempre pieno. E invece the show must go on ( il programma deve lo stesso andare in onda ) e Striscia arranca su papere di giornalisti fatte vedere e rivedere venti volte di seguito, estrapola, ad arte, brani di discorsi per additare l’oratore al pubblico ludibrio, insomma tossicchia, blatera o si accanisce sul poco materiale che le viene offerto da videoamatori assatanati o da gente di pochi scrupoli che invia “ scoopetti “ in cambio di un gadget gentilmente offerto dalla premiata ditta. L’altra sera mi è capitato di vedere un breve servizio in cui un medico di Caserta denunciava il fatto che farmaci per uso umano verrebbero prescritti dai veterinari con lo scopo di farli pagare alla Mutua, pur essendo destinati a cani e gatti. Un farmacista, interrogato all’uopo, confermava che il fatto talvolta avviene. Non pensate che la mia sia una difesa di categoria. E’ solo che conosco bene l’argomento. Fino a poco tempo fa i veterinari dovevano sputare sangue per ottenere, dalle farmacie, numerosi farmaci che non esistono per uso veterinario. Anestetici, ad esempio, o analgesici per il controllo del dolore. Ricordo la prima volta che, anni fa, andai in farmacia ad acquistare della morfina per un cane che stava male. Prima mi presero per un drogato, poi, visto che un farmacista mi conosceva bene, mi chiese bonariamente << Non mi dirai che usi la morfina su di un cane, vero ? >> << No >> risposi prontamente io << per i cani usiamo la corda fra i denti, la morfina è per mio nonno che ha un cancro e il medico gliela nega. Intanto però dammela, visto che la ricetta è compilata correttamente, se no ti denuncio “. A muso duro, ma tornai in studio con la morfina per un cane che stava male. Ci abbiamo messo vent’anni per ottenere di poter lenire il dolore degli animali prescrivendo qualsiasi farmaco serva a questo, per uso veterinario, umano o marziano. Se il farmaco esiste, funziona e il proprietario dell’animale è disposto a pagarlo dove è il problema ? Vogliamo tornare indietro lasciando urlare i cani dal dolore perché qualche proprietario va dal proprio medico ( compiacente e correo ) a farselo prescrivere sul ricettario della mutua ? Capiterà anche questo, ne sono certo, così come capita che il nonno, esente dal ticket, grande mangiatore di peperoni e cipollotti crudi si veda prescrivere scatoloni antiulcera destinati ai figli e ai nipoti con la gastrite da stress. Alla fine non ho capito: che c’entrano i veterinari ? Sarebbe bene che Bonolis e Laurenti facessero come il vecchio Bruno. “ Stasera chiuso. Non c’era niente di buono “. Oscar Grazioli ( Libero, 7 maggio 2002)