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ASSALZOO

Sostenibilità, vacche più produttive danno meno metano

Sostenibilità, vacche più produttive danno meno metano
Dall'evoluzione delle pratiche d’allevamento alle esigenze alimentari mondiali: i risultati di una giornata-studio organizzata da Assalzoo.

Durante la giornata-studio “Sostenibilità: le nuove sfide”, organizzata ad Assago da ASSALZOO (Associazione Nazionale tra i Produttori di Alimenti Zootecnici) si è parlato anche di sostenibilità della produzione zootecnica. Matteo Crovetto, professore di nutrizione e alimentazione animale all’Università di Milano ha riportato un caso di studio in ambito bovino dal quale emerge che "le vacche più produttive producono meno metano per ogni litro di latte".

I dati dicono che una vacca da 40 litri al giorno genera emissioni per 148 chili di metano l’anno, vacche che producono in media 20 litri al giorno, per arrivare alla stessa produzione (40 litri al giorno) generano emissioni per 234 chili di metano l’anno con un sostanziale +58%. Questo esempio,annota ASSALZOO, "sta a evidenziare come la sostenibilità ambientale nell’allevamento coinvolga un complessivo atteggiamento che va dalla conoscenza del territorio in cui si lavora all’efficienza dei sistemi con cui si produce. In questo processo di continuo studio e miglioramento l’allevamento dimostra la sua completa sostenibilità".

Il tema della sostenibilità in zootecnia è stato affrontato insieme a USSEC (US. Soybean Export Council) e ASPA (Associazione per la Scienza e le Produzioni Animali), partendo dalle materie prime e per arrivare a guardare quanto sta avvenendo in Europa e nei Paesi europei più vicini (Spagna e Francia).

Nicolas Martin, policy advisor di Fefac (European Feed Manufacturers’ Federation). Martin ha indicato i tre capisaldi della “2030 Vision” della mangimistica continentale: sostenibilità, nutrizione animale e gestione della sicurezza dei mangimi. Sono tre le azioni di specificità alle quale il settore zootecnico è chiamato a fare attenzione: efficientare le risorse, responsabilizzare il processo di approvvigionamento e seguire l’evoluzione dell’impronta ambientale. Queste azioni, che si svolgono in concerto con le varie realtà associative della filiera a livello continentale, recepiscono le indicazioni europee sulla riduzione dell’emissioni e rappresentano un importante passo d’innovazione verso la realizzazione di quella circolarità economica – elemento cardine per ogni compiuta azione di compiuta forma di sostenibilità produttiva.

Sullo sfondo si impongono i dati: l' aumento della popolazione del 70% tra il 1980 (4,4 miliardi di persone) e il 2018 (7,6 miliardi); e di un ulteriore 30% fino al 2050 (9,7 miliardi); l'aumento del consumo di latte e derivati: 8% pro capite dal 2015 al 2030; l'aumento del consumo di carne: +10% pro capite tra il 2015 e il 2030. Questo quadro - spiega ASSALZOO- "rimanda in maniera essenziale alla capacità di produzione di materie prime alimentari, che rappresentano il punto d’avvio dell’intera filiera.  evidenza come questi dati si riflettano sulla produzione di cereali, quasi raddoppiata grazie all’evoluzione scientifica e al miglioramento delle pratiche".

Per tenere il passo con la richiesta mondiale, oltre all’aumento dei volumi, "bisogna guardare all’efficientamento della filiera produttiva": Mercedes Ruiz, direttrice di Aestivum ha indicato  quattro azioni: interconnessione tra le coltivazioni agricole alle dinamiche di distribuzione; ottimizzazione dell’uso del suolo, dell’acqua e degli agenti chimici grazie all’evoluzione della scienza agraria; formazione degli agricoltori e degli attori di filiera; promozione della consapevolezza delle specifiche coltivazioni agricole.

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