La Giunta di Bolzano ha approvato un programma di spesa annuale per le attività del Servizio veterinario provinciale: stanziato un importo complessivo che sfiora i 600mila euro. La parte più consistente dell'importo - 591.000 euro per l'esattezza- è destinata all’Istituto zooprofilattico sperimentale delle Venezie, dove si effettuano test diagnostici per le malattie animali.
Si investirà anche nella profilassi, riassume il veterinario provinciale Paolo Zambotto, ad esempio per tubercolosi, febbre catarrale degli ovini, rabbia, scabbia, mastite e altre malattie infettive degli animali. Per la prevenzione vengono acquistati vaccini (da parte dell’Azienda sanitaria dell’Alto Adige), kit di analisi, disinfettanti e disinfestanti. La disinfestazione consiste nell'eliminazione degli organismi portatori di malattie. La prevenzione si applica anche agli apiari. Inoltre, quest'anno sono in corso iniziative per informare e sensibilizzare i vari gruppi di interesse sulla prevenzione della peste suina africana.
L'impegno di spesa annuale è stato approvato su proposta dell'assessore provinciale all'Agricoltura Luis Walcher. “La salute degli animali è di fondamentale importanza per una zootecnia produttiva e rispettosa dell'ambiente nell’ambito dell’agricoltura”, sottolinea Walcher. “La salute degli animali – aggiunge – è la base per un'agricoltura efficiente e per la produzione di alimenti di origine animale sicuri. Il nostro Servizio veterinario provinciale è un partner collaudato e affidabile nei nostri sforzi per mantenere alti gli standard delle misure e dei programmi di controllo della salute animale e quindi del benessere degli animali e della sicurezza alimentare”.
Attualmente, il patrimonio zootecnico dell'Alto Adige è così composto: 133.111 bovini, 28.972 caprini, 37.150 ovini. In tutti questi anni, secondo quanto riferito dal veterinario provinciale Paolo Zambotto, è stato possibile tenere l'afta epizootica lontana dalla provincia di Bolzano. L'ultimo caso in Alto Adige, secondo le sue ricerche, si è verificato il 10 febbraio 1971 a Chiusa. In seguito al verificarsi di casi di afta epizootica nel Land tedesco del Brandeburgo, il Servizio veterinario provinciale ha recentemente ricordato le regole da seguire per l'Alto Adige. (fonte)