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TRENTO

Lupi in alpeggio, abbattimento è "misura di dissuasione"

Lupi in alpeggio, abbattimento è "misura di dissuasione"
Il decreto di abbattimento di due lupi in un alpeggio trentino non altera la conservazione della specie. Per il Tar la misura "dissuade il branco dal seguitare".

Il decreto 41/2023 dal Presidente della Provincia Autonoma di Trento firmato il 24 luglio Maurizio Fugatti è considerato una svolta nella gestione dei grandi carnivori e non ha precedenti. In sostanza, si ordina la rimozione tramite abbattimento di due esemplari di Canis Lupus ad opera del Corpo forestale della Provincia autonoma di Trento.
Gli esemplari sono parte di un branco che, dai primi di giugno, si è reso responsabili di predazioni ai danni di due  animali da protezione del bestiame (2 asini) e 16 vitelle, nell'alpeggio di Malga Bodera, gestito dalla Società Allevatori di Ala. Il testo del decreto è stato pubblicato integralmente dal quotidiano L'Adige.

Una concentrazione "anomala" di predazioni-  Per la Provincia trentina il territorio fronteggia "una particolare intensità della pressione predatoria del lupo". Il Tribunale Amministrativo di Trento non ha sospeso il decreto del Presidente Fugatti, ritenendo "dissuasivo" il fine del prelievo quantificato nel massimo di due esemplari. L'ISPRA ha confermato trattarsi "della sequenza di predazione su bovini più grave osservata in Provincia autonoma di Trento dalla ricomparsa del lupo". Una incidenza, in soli due mesi,  che per l'Istituto autorizza a classificare le predazioni nella Malga come "danno grave all’allevamento", intensificatosi rispetto alla cinquantina di predazione riscontrate in dodici mesi  nel 2022.

Fallito il sistema  anti-predazione- A Malga Boldera la prevenzione dei danni da lupo è affidata da tempo ad un accurato sistema di recinzioni elettrificate e alla verifica giornaliera da parte del personale incaricato e che l’opera di prevenzione e di dissuasione rappresentata dalla recinzione elettrificata mira a creare un sistema che assicuri il mantenimento dell’attività pastorale nonostante la crescente minaccia della predazione. La recinzione è risultata molto efficace fino agli eventi di giugno 2023.
E' stata quindi concordata la predisposizione di un programma di sorveglianza, controllo e manutenzione periodica dello stato di efficienza della recinzione elettrificata da parte degli allevatori.

Gli accertamenti istruttori: inusuale capacità del lupo- Sulla base degli accertamenti dei danni, il personale forestale specializzato, sempre intervenuto, ha verificato le opere di prevenzione adottate in una situazione ben circostanziata nello spazio (una sola malga) e nel tempo, tanto da riuscire ad apprezzarne il funzionamento, il perfezionamento assistito e, infine, a inusuale capacità del/i lupo/i di attraversare la recinzione tollerando l’elettrocuzione, e data la presenza di nuclei di vegetazione arborea e arbustiva nell’area di pascolo, il 18 giugno 2023 è intervenuta l’unità cinofila del Corpo forestale trentino per escludere che i lupi potessero trovarsi all’interno della recinzione.

Stato di conservazione del lupo
- Sulla base di analisi condotte nell’ambito dello studio sperimentale di ISPRA e MUSE (Museo delle Scienze) "in corso di completamento", il prelievo di due esemplari "non appare incidere significativamente sullo stato di conservazione della popolazione di lupo del Trentino-Alto Adige"- si legge nel decreto Fugatti.

Esclusa la captivazione permanente- Si legge nel decreto 41/2023 che il prelievo dei due esemplari di lupo potrebbe avvenire in linea teorica tramite cattura e seguente captivazione permanente. Invece, la scelta è caduta sull'abbattimento e il decreto ne spiega le ragioni:  tecnicamente la cattura "potrebbe essere realizzata tramite il posizionamento di lacci oppure tramite telenarcosi in free ranging". Tuttavia, tali modalità non possono essere applicate in tempi ragionevoli, a causa della "difficoltà tecnica oggettiva della messa in atto di tali metodi di cattura e la loro aleatorietà". Non solo, "il prelievo tramite cattura non avrebbe quell’effetto di condizionamento sui lupi rimanenti del branco, mancando il nesso temporale e causale diretto tra l’attività di predazione sul bestiame e la rimozione contestuale del lupo che la pratica".

La valutazione del Tribunale di Trento-  Con due decreti non impugnabili, il Tribunale Amministrativo di Trento ha respinto la richiesta di sospensione del decreto presentata dalle associazioni animaliste. La Provincia trentina riporta due passaggi della decisione: il decreto del Presidente Fugatti- scrive il presidente del Tribunale- "motivatamente illustra le ragioni per cui soltanto l'abbattimento di due esemplari di lupo nell'ambito del branco può costituire misura idonea di dissuasione per i membri del branco medesimo dal seguitare le proprie incursioni nell'allevamento già severamente depauperato nella consistenza del bestiame ivi custodito".

Inoltre, il Giudice amministrativo sottolinea che l'abbattimento "assume la funzione di legittimo ed efficace strumento di tutela del patrimonio zootecnico locale, che non solo è cespite fondamentale per l'economia del territorio, ma è anche elemento portante per la stessa cultura antropica di quest'ultimo, assolutamente coerente con la necessaria integrità dell'attuale contesto ambientale".

Il decreto -efficace dalla pubblicazione sull’albo telematico della Provincia autonoma di Trento- dispone l'abbattimento entro il 2023.