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PREVENZIONE E CATTURA

Lupi e ibridi in Toscana: tutti i dati del monitoraggio

Lupi e ibridi in Toscana: tutti i dati del monitoraggio
Lupi o cani inselvatichiti? Per Coldiretti è necessario accertare. La risposta della Toscana per l'ambiente e per gli allevatori.
L'assessore toscano all'Agricoltura ha presentato ieri alla Giunta regionale i dati sul monitoraggio del lupo in Toscana effettuato nel 2013 a cura del Centro Interuniversitario di ricerca sulla Selvaggina e sui Miglioramenti Ambientali a fini Faunistici (CIRSeMAF). Le iniziative rientrano nel più vasto piano di intervento presentato dagli Assessorati alla Sanità, Ambiente e Agricoltura.

I dati mostrano una settantina di nuclei per un totale complessivo di esemplari (comprensivo anche degli animali erratici e ibridi) pari a circa 310/320 capi. Oggi, di fronte alle problematiche connesse alle predazioni del bestiame allevato e alla percezione della presenza del lupo, risultano particolarmente critiche, le province di Grosseto, Arezzo e Firenze. In queste aree erano già state attivate dalla Regione Toscana specifiche azioni sperimentali finalizzate alla mitigazione del fenomeno. Sarà inoltre proseguito il monitoraggio su base scientifica della specie lupo su tutto il territorio regionale e si prevederà un sostegno agli allevatori per i costi connessi allo smaltimento degli animali morti laddove non sarà possibile procedere all'interramento delle carcasse.

Impegno per la prevenzione e cattura degli ibridi - Nell'ambito del Piano energetico regionale si darà avvio all'azione "Definizione e attuazione delle misure necessarie per la riduzione/gestione dei danni provocati dal lupo sulle attività zootecniche". In particolare:
-attivazione di un sistema organico ed integrato di monitoraggio della presenza del lupo e degli eventi di predazione
-attivazione di misure di prevenzione; affinamento e standardizzazione per le procedure di accertamento, quantificazione e liquidazione dei danni al bestiame
-svolgimento di attività di assistenza e di informazione verso le categorie sociali interessate all'analisi delle soluzioni gestionali praticate in Italia ed in Europa e alla valutazione della loro applicabilità
-individuazione con il Ministero dell'ambiente e Ispra di indirizzi – linee guida per l'individuazione degli esemplari di ibridi e per le metodiche di prevenzione del fenomeno e cattura degli esemplari.

Competenza regionale- La competenza in materia è demandata alle Regioni. Durante una audizione alla Camera dei Duputati nel giugno scorso, Coldiretti rilevava "notevoli differenze legislative" e osservava che anche in presenza di dettagliate soluzioni legislative "la serie di tradizionali strumenti di intervento si è rivelata del tutto inadeguata".

Criticità- Ad esempio, la Toscana con la l.r. n° 26/05 Tutela del patrimonio zootecnico soggetto a predazione ha disposto interventi finalizzati alla tutela del patrimonio bovino, ovicaprino ed equino soggetto a predazione da parte di predatori protetti delle specie lupo, aquila reale e gatto selvatico. A tal fine sono previsti contributi per la realizzazione di opere di prevenzione destinate a proteggere gli animali allevati e per la stipula di contratti assicurativi per i danni causati dall'attacco di predatori. Nello specifico, le opere di prevenzione soggette a contributo sono: stalle o ricoveri notturni, recinzioni metalliche o elettriche, sistemi fotografici di allerta o di videosorveglianza. I contributi per la stipula di contratti assicurativi sono concessi esclusivamente ad imprenditori agricoli che hanno nella propria azienda almeno una delle opere di prevenzione elencate ed i risarcimenti vengono corrisposti previa attestazione dell'avvenuta predazione da parte di un medico veterinario.
"Rimangono, tuttavia, a carico dell'allevatore- osservava Coldiretti- le spese per lo smaltimento delle carcasse, sicché a seguito dell'emergenza sanitaria delle encefalopatie spongiformi trasmissibili è, oggi, in vigore l'obbligo della termodistruzione delle carcasse di ovicaprini, bovini e bufalini (Reg. CE 1774/2002), che comporta costi elevati, spesso superiori ai rimborsi erogati per la perdita dell'animale. Ne consegue che molti allevatori non effettuano più la denuncia alla A.S.L. degli episodi di predazione, limitandosi ad interrare i resti degli animali nei terreni aziendali".
Secondo Coldiretti "appare decisivo accertare, in presenza di danni agli allevamenti se la responsabilità sia imputabile al lupo o alla presenza di cani inselvatichiti, che in alcune aree rurali, sono diventati sempre più numerosi e la relativa presenza non sostenibile: di solito accade che l'allevatore perda alcuni capi di bestiame, si rivolga alle autorità competenti senza ottenere alcun risarcimento in quanto ufficialmente la presenza del lupo non é accertata con sicurezza, essendo nota anche la presenza dei cani inselvatichiti ai quali potrebbe essere imputato il danno. Invece, i veterinari che vengono interpellati in caso di danno non possono distinguere la causa della morte degli animali in quanto non si è in grado di distinguere se l'aggressione sia imputabile al lupo od al cane (entrambi mordono nello stesso modo e per lo più la tecnica di caccia è la stessa). Risultato: l'allevatore rimane insoddisfatto e aumentano gli abbattimenti illegali".

pdfBranchi_lupi_in_Toscana_2013.pdf1.06 MB

pdfIbridi_totali_in_Toscana_1998-2013.pdf2.1 MB