I focolai di peste suina registrati sono 114, di cui 105 tra i maiali domestici e 9 tra i cinghiali selvatici. In Sardegna 1.800 focolai in vent´anni, Al meeting di Cagliari organizzato dall'Istituto Zooprofilattico della Sardegna sono stati presentati i dati aggiornati al 22 ottobre scorso. Le più colpite sono le province di Nuoro e Ogliastra dove permangono le condizioni di alto rischio epidemiologico.
I dati di quest'anno sono in crescita rispetto al 2012, in ragione del rafforzamento dei controlli disposti dalla Regione Sardegna, che ha emanato una serie di misure straordinarie e un nuovo Piano di eradicazione della malattia. Questo ha permesso l'inizio di una nuova fase di contrasto al virus con maggiore severità nei confronti degli "abusivi", la lotta al pascolo brado e l'intensificazione dei test di laboratorio per la ricerca e l'eliminazione degli animali portatori della peste Si tratta soprattutto di maiali bradi detenuti irregolarmente: secondo gli accertamenti del Corpo forestale il loro numero supera le 4mila unità.
La peste suina africana è una malattia altamente contagiosa (non trasmissibile all'uomo) dei suini domestici e selvatici che è comparsa per la prima volta nella nostra regione nel 1978. Da quella data a oggi il Centro di Sorveglianza Epidemiologica dell'Istituto Zooprofilattico della Sardegna ha registrato 1.838 focolai in tutto il territorio regionale, con circa quattro picchi epidemici negli ultimi vent'anni: nel 1992, nel 1995 (127 e 145 focolai), nel 2004 e nel 2012 (247 casi e 91 focolai). «Rispetto all'anno scorso abbiamo quasi raddoppiato il numero di esami: da 66mila a 110mila – ha aggiunto il direttore dell'IZS -. Un risultato importante arrivato grazie all'impegno dei Servizi veterinari, che hanno sottoposto a controllo un numero crescente di allevamenti».
Sovrapponendo i dati di laboratorio (focolai, suini e cinghiali positivi) con le mappe degli avvistamenti dei maiali bradi, il centro di Sorveglianza epidemiologica ha individuato delle aree maggiormente a rischio, dove la condivisione dello stesso habitat tra i portatori del virus e gli animali selvatici ha causato un cortocircuito epidemiologico con la trasmissione incrociata del patogeno e la persistenza della malattia. Le province più colpite sono quelle già note di Nuoro e dell'Ogliastra, dove si concentrano il maggior numero di casi e di irregolarità, seguite dal Goceano e dalla zona intorno ad Alà dei Sardi, che fanno da cerniera tra il centro e il nord dell'isola. Più recente invece, l'aumento del rischio nel il territorio di Villanova Monteleone, in provincia di Sassari, dove sono cresciuti gli episodi di contagio. Per far fronte a questa nuova recrudescenza del virus, sottolineano i tecnici dell'IZS, sono necessari controlli più accurati nelle macellazioni domiciliari e nei cinghiali abbattuti durante le campagne venatorie.