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ASL SASSARI

Non ci sono soldi, chiude il pronto soccorso animali

Non ci sono soldi, chiude il pronto soccorso animali
Il centro era nato da un accordo Asl-Veterinaria e serviva 66 comuni. Ora non si sa che fine faranno i "pazienti" ricoverati nei locali dell'Università.
Lo si apprende dalle pagine de La Nuova Sardegna, che descrive un pronto soccorso veterinario "al tracollo", fermo dal 20 marzo. Nei giorni scorsi quando i gestori della struttura, che si trova nei locali del dipartimento di veterinaria dell'Università, hanno comunicato via sms ai medici della Asl reperibili che il servizio era stato disattivato.

Il servizio di pronto soccorso veterinario era frutto di un recente accordo fra Asl e Università. Una squadra di veterinari, coordinati dal servizio dell'Asl diretto da Tonino Fadda, prestava servizio con turni di reperibilità di una settimana rispondendo alle chiamate 24 ore su 24. Accertata la gravità del caso, l'animale veniva soccorso e, all'occorrenza, ricoverato nella struttura universitaria.

La denuncia arriva direttamente dal presidente dell'Ordine dei veterinari del Nord Sardegna, Andrea Sarria, che sabato sera, a servizio già sospeso, allertato dai vigili del fuoco, è dovuto intervenire per liberare un cane intrappolato nelle campagne della Gruzzita. «Stiamo parlando di un servizio pubblico- taglia corto Sarria. Il problema doveva essere sollevato e discusso per tempo per evitare di arrivare all'emergenza».

Il pronto soccorso veterinario, ospitato nei locali del dipartimento universitario di via Vienna, è letteralmente zeppo e non si prevede se e quando il servizio possa essere ripristinato. Nella struttura si registra una media di 400 accessi l'anno, per la maggior parte cani e gatti, traumatizzati o comunque bisognosi di cure urgenti.

Da Palazzo Ducale il commento è laconico: «Al di là dello spazio- spiega Monica Spanedda, assessore all'Ambiente- il problema di fondo è che mancano i soldi per garantire la prosecuzione del servizio». Servizio per il quale il Comune eroga 730 mila euro l'anno a fronte di un contributo regionale di 70 mila euro: «Noi non possiamo fare di più- prosegue l'assessore Spanedda- mentre la Regione sta con le mani in mano e il problema, purtroppo, non riguarda solo il nostro Comune».