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DIOSSINE

Taranto, il Servizio Veterinario scrive ai Sindaci

Taranto,  il Servizio Veterinario scrive ai Sindaci
La ASL chiede misure precauzionali per la prevenzione del pericolo della contaminazione. Il veterinario Ripa: "Io devo parlare più con scienza che con coscienza"
Dopo le pecore, il rischio di contaminazione nel tarantino potrebbe coinvolgere anche le "lumache", la "fauna stanziale" e le uova di gallina. Diossina e Pcb potrebbero aver contaminato anche i terreni di comuni ben più distanti rispetto a Taranto. Come Palagiano, situato a poco più di 20 chilometri dalla fabbrica.

L'allerta è stata lanciata dal servizio veterinario del dipartimento di prevenzione dell'Asl di Taranto che -in un lettera inviata ai sindaci del capoluogo e dei comuni in provincia -ha chiesto l'adozione "di provvedimenti di divulgazione delle procedure di prevenzione del rischio di contaminazione degli alimenti di origine animale da diossina e Pcb". Al primo cittadino di ogni comune il direttore del settore Igiene Alimenti, Vito De Chirico, e del settore Igiene Allevamenti, Teodoro Ripa, hanno chiesto di adottare una serie di misure precauzionali necessari per la "prevenzione del pericolo della contaminazione".

"In questi 5 anni – spiega Teodoro Ripa a ilfattoquotidiano.it – abbiamo capito perfettamente che le diossine si depositavano e continuano a depositarsi, insieme ad altri inquinanti, nelle zone incolte, ma in quelli coltivati il rischio non sussiste. Io devo parlare più con scienza che con coscienza: questa è stata una pretesa, ritengo non molto motivata, degli ambientalisti, condivisa dal Tavolo tecnico regionale, che volevano che si facesse qualcosa per controllare lumache, cacciagione e le galline. In realtà noi abbiamo avuto solo due casi a meno di 15 km dalla zona industriale e abbiamo provveduto ad abbattere gli animali. In particolare su tre animali che si trovavano a 4 km dal polo industriale abbiamo riscontrato livelli di concentrazione elevate. Questi animali avevano meno di un anno di vita e ciò dimostra quanto grave sia ancora il rischio di inquinamento di aria e ambiente. Ma purtroppo nessuno prende provvedimenti seri. Mi riferisco al Governo e a tutti gli altri organi che avrebbero dovuto vigilare e non l'hanno fatto. Noi veterinari siamo costretti a effettuare campionamenti quando dovremmo occuparci di altro. La gente le diossine non le prende dagli alimenti, ma dall'ambiente, dall'aria. Io sono arrabbiato perché si usano misure rigorose per gli allevatori per eliminare rischi solo eventuali o inesistenti e per i rischi veri ci sono gestioni impalpabili che non tutelano le persone che vivono a ridosso della zona industriale che ogni giorno continuano ad ammalarsi".

Alla base dell'informativa della e della richiesta del dipartimento Asl ai sindaci ci sarebbe "l'attività svolta dalla stesso Servizio veterinario nell'ambito delle analisi del rischio nel settore della produzione primaria degli alimenti di origine animale riferito alla contaminazione da diossine e Pcb e in particolare a seguito delle risultanze analitiche del piano di monitoraggio del 2012".