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LETTERA ALLA UE

PSA, Speranza alla UE: riclassificare la Sardegna

 PSA, Speranza alla UE: riclassificare la Sardegna
Il Ministro della Salute ha chiesto all'Unione Europea la riclassificazione della Sardegna: prendere atto dei risultati nella lotta alla Peste Suina Africana.

Con una lettera alla commissaria europea per la salute e la sicurezza alimentare Stella Kyriakides il ministro della Salute Roberto Speranza ha chiesto la riclassificazione della Sardegna in relazione all'eradicazione della Peste suina africana. Lo riferisce l'agenzia ANSA.

Lo sblocco dopo 40 anni di embargo commerciale- Facendo leva sui "progressi ottenuti negli ultimi mesi" il Ministro punta allo sblocco della commercializzazione delle carni suinicole sarde. I progressi - conseguiti "mediante la cooperazione di tutte le istituzioni a livello centrale, regionale e locale"- sono descritti in una relazione della Regione, aggiornata alle ultime attività di contrasto alla malattia. Alla luce dei risultati, scrive Speranza "ritengo che vi siano le condizioni per procedere rapidamente in una riclassificazione della Regione". Ad eccezione di un'area circoscritta, il resto dell'Isola va considerato indenne all'infezione, quindi riammesso "tra le zone europee che hanno la possibilità di commercializzare le carni suine dopo oltre quarant'anni di embargo".

Il vaccino- Lo scorso 2 dicembre, la Peste suina africana è stata al centro della Giornata della Suinicoltura 2020. In quella sede si è parlato anche di un possibile vaccino, al quale l’intera comunità scientifica internazionale sta lavorando da anni. "Abbiamo a che fare con un virus molto complicato – ha dichiarato nel suo intervento José Manuel Vizcaino dell’Università di Madrid e direttore del laboratorio di riferimento OIE per la Peste suina africana – che si contraddistingue per elevate virulenza, variabilità genetica e letalità".

Ciononostante la ricerca scientifica sta andando avanti e i risultati "sono incoraggianti"- ha aggiunto Vizcaino- soprattutto quelli riposti nei 3 vaccini candidati sui quali la Ue sta lavorando all’interno di un progetto quadriennale che coordino e per il quale sono stati stanziati 10 milioni di euro. Gli obiettivi che dobbiamo perseguire sono fondamentalmente tre: efficacia, sicurezza e strategia che, soprattutto quest’ultima, coinvolga non solo i suini domestici ma anche il mondo selvatico potenzialmente contagiato".

"Oggi - ha concluso l'esperto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Animale- il 78% della popolazione suinicola mondiale è minacciato dalla Psa e anche se sarà molto difficile se non improbabile riuscire ad ottenere un unico vaccino che possa essere utilizzato a livello globale, l’auspicio non può che essere quello di arrivare a una soluzione che liberi il mondo intero da questa malattia”.