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STUDIO SOCIALE

Aviaria, vantaggi e limiti della biosicurezza secondo gli allevatori

Aviaria, vantaggi e limiti della biosicurezza secondo gli allevatori
Il significato che gli allevatori attribuiscono alle misure di biosicurezza è stato analizzato dai ricercatori dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale delle Venezie.
La percezione degli OSA (Operatori del Settore Alimentare) in allevamento è stata analizzata da uno studio pilota dell'IZSVe ("Influenza aviaria: il contributo dell’epidemiologia sociale alla biosicurezza negli allevamenti di tacchini") con il finanziamento del Ministero della Salute e la collaborazione degli Atenei del Piemonte Orientale e di Torino.

Epidemiologia e analisi sociale- L‘analisi epidemiologica ha coinvolto 81 allevamenti di tacchini nella provincia di Verona, l’area con la più alta concentrazione di allevamenti avicoli a livello nazionale. Dopo un survey iniziale su 83 allevatori, sono stati intervistati 29 allevatori, con l’obiettivo di conoscere il "senso operativo" attribuito dagli allevatori alle misure di biosicurezza, l’eventuale scostamento dalle norme di legge e le motivazioni di quest'ultimo. Si tratta di una analisi sociale che ha  permesso di individuare i fattori che, a detta degli allevatori, sono i principali responsabili del mancato adeguamento alle misure di biosicurezza.
I fattori associati al comportamento umano"sono raramente considerati negli studi epidemiologici". Questi fattori "possono invece influenzare direttamente la trasmissione dell’infezione ed essere rilevanti nella prevenzione e nel controllo della malattia, come questo studio ha dimostrato".

Per la valutazione delle aziende sono stati considerati i seguenti aspetti:
  • personale addetto all’allevamento,
  • specie allevata,
  • attrezzature di pulizia,
  • zona di raccolta reflui,
  • definizione delle procedure,
  • caratteristiche strutturali dei capannoni,
  • caratteristiche strutturali dell’allevamento.

Risultati-  Dallo studio "emerge una certa resistenza al cambiamento quando si hanno abitudini lavorative consolidate, una forma di pigrizia, la mancanza di motivazione e in alcuni casi un atteggiamento fatalista che sottolinea l’impossibilità di controllare tutti i fattori di rischio"- si legge nel report curato dall'IZSVe.
A ciò si uniscono fattori di ordine gestionale come la mancanza di tempo che l’applicazione delle norme richiede e le difficoltà dovute a limiti strutturali dell’allevamento. Non da ultimo, si sottolineano anche aspetti economici come l’assenza di incentivi per attuare gli investimenti necessari all’adeguamento degli allevamenti alle norme.
Ciononostante, gli alelvatori riconoscono l'importanza di "disinfettare" (gli ambienti, le attrezzature, il personale) "allontanare" (le deiezioni) e "isolare" (limitare l'ingresso di estranei in allevamento)
“È una questione di mentalità, sottovalutiamo l’applicazione delle misure di biosicurezza perché non pensiamo sia importante o non ci rendiamo conto di quanto sia importante” – ha dichiarato uno degli allevatori intervistati durante il progetto di ricerca.

Oltre l'emergenza contingente- Le misure di biosicurezza rappresentano uno strumento indispensabile di prevenzione dell’introduzione e diffusione delle infezioni, sia a livello di allevamento sia di territorio. Tuttavia, se nel corso delle epidemie l’attenzione da parte degli allevatori è elevata, ciò non sempre si verifica nel periodo interepidemico. Il progetto pone le basi per lo studio di misure correttive relative all’applicazione delle misure di biosicurezza in allevamento e per interventi di comunicazione e formazione agli allevatori.

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Ricerca corrente IZSVE 18/13
Analisi delle pratiche di monitoraggio, prevenzione e controllo dell’influenza aviaria negli allevamenti avicoli industriali del Veneto. Uno studio pilota
Responsabile Scientifico: Pozza Giandomenico