L'Italia fa il pieno dei fondi europei per il sostegno dei lavoratori autonomi e dei professionisti. Ecco le Regioni in pole position.
Se la politica sta a guardare rischiando di perdere le opportunità che l'Ue riconosce ai paesi membri ( di quel tavolo tecnico richiesto da diversi mesi da Cup, Adepp e Confprofessioni, che avrebbe dovuto discutere le strategie migliori da mettere in campo per ottimizzare la nuova dotazione di fondi che arriva dall'Europa, non vi è traccia), si registra la buona volontà e l'impegno delle singole regioni,.
Le cinque Regioni pioniere- Le Regioni, in ordine sparso, si stanno dando da fare per gestire al meglio la nuova fetta dei finanziamenti. Ad essere partite per il nuovo settennato che si è avviato a gennaio 2014 sono, infatti, cinque regioni: Lazio, Lombardia, Puglia, Calabria e Umbria. In ballo c'è infatti una nuova generazione di fondi relativi al periodo 2014-2020 che potranno essere utilizzati proprio dai professionisti con il tramite delle regioni. E il 6 giugno anche la Sardegna ha iniziato a muoversi.
Quanti sono i fondi. L'Italia beneficerà di un totale di risorse comunitarie pari a 32.268 milioni di euro. Di questi 7.695 milioni di euro saranno destinati alle regioni più sviluppate, 1.102 alle regioni di transizione e 22.334 a quelle meno sviluppate. Alla quota comunitaria si aggiungerà il cosiddetto cofinanziamento nazionale a carico del fondo di rotazione che ammonta a 24 miliardi di euro, nonché la quota di cofinanziamento di fonte regionale da destinare ai Por che costituiranno il 30% del cofinanziamento complessivo del programma. Ma non solo, perché nella dotazione finanziaria entreranno anche quelle risorse previste nel precedente piano di sviluppo della Ue (2007-13) che per effetto della clausola di «non regresso» possono accompagnare i programmi di interesse per i professionisti fino all'esaurimento delle risorse stanziate. (fonte)