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QUOTE LATTE

On Cova: con il veterinario d'azienda veridicità dei dati

On Cova: con il veterinario d'azienda veridicità dei dati
Che i cittadini debbano pagare le multe degli allevatori "splafonatori" non sta bene a nessuno. Tutta colpa di calcoli fraudolenti che facevano produrre latte alle vacche fino a 82 anni.

Mentre la magistratura indaga Agea con l'ipotesi di truffa ai danni dello Stato, proprio su iniziativa degli allevatori che non hanno infranto il limite delle quote, in Parlamento si cercano soluzioni.
Di quote latte si è tornato a parlare in Aula, venerdì 17 gennaio 2014, per iniziativa dell'On Paolo Cova. Il sottosegretario alle Politiche agricole Giuseppe Castiglione ha risposto alla sua interpellanza sul tema, "ma non ci sono stati i chiarimenti che mi aspettavo" ha commentato Cova.
"Ribadire che le Relazioni delle varie Commissioni non hanno riscontrato errori non è sufficiente- ha detto il parlamentare veterinario che chiede: "perché recuperare 300mila capi bovini in più? Perché fare un calcolo di vita delle bovine di 999 mesi quando vivono mediamente una settantina di mesi? Perché aumentare il numero dei capi ha consentito di aumentare il numero della produzione nazionale e ha alterato il numero delle quote per quelle aziende che hanno agito, quindi, in modo illecito. Ciò significa prendere più o meno contributi Pac: avere una quota superiore e una produzione superiore porta ad avere un contributo Pac superiore. Questo è un danno e una truffa nei confronti dello Stato e della Ue". Inoltre "Gli elementi forniti dal Ministero possono apparire ineccepibili – ha detto Cova in Aula –. Ma alla fine la realtà parla chiaro: la produzione moltiplicata per il numero delle vacche non fa tornare i conti. In sostanza, ha aggiuntoCova, "modificare i dati di 300mila vacche comporta un danno e porta a percepire contributi Pac non dovuti. E intanto ci sono ancora allevatori che stanno pagando le multe: lo Stato non può lavarsi le mani dicendo è colpa di 'qualcuno', soprattutto se quel qualcuno rappresenta lo Stato stesso".

La posizione della Corte di Conti- Il disavanzo con Bruxelles sarà coperto con i soldi dei contribuenti. A carico del bilancio statale c'è un debito stimato in 1.693 milioni di euro per colpa di quanti non hanno rispettato le regole crando una "grave alterazione del mercato a causa dello sleale confronto fra aziende rispettose della normativa e quelle che invece la violano". Parole della Corte dei Conti che profila un rischio per la fiscalità generale "per inerzia" delle amministrazioni coinvolte ( Equitalia e Agea in primis), "con il rischio della traslazione dell'onere finanziario dagli allevatori inadempienti alla fiscalità generale e conseguente imputazione di danno erariale".  Per la magistratura contabile " i ricorrenti, ciclici dubbi sulle consistenze zootecniche e sulle quantità prodotte di latte non possono rappresentare giustificazione o pretesto per gli allevatori che si oppongono". Di restituire somme indebitamente versate se ne parlerà quando sarà "certo e acclarato" che quanto versato era "indebito".

Guardando al futuro- "I veterinari buiatri liberi professionisti possono giocare un ruolo nella gestione e tracciabilità dei dati- dichiara Cova a 30giorni, che aggiunge: "La presenza del veterinario aziendale, che svolge il proprio ruolo anche per la tracciabilità del prodotto, aiuta a confermare la veridicità dei dati. Attualmente un problema simile esiste per il latte di bufala e per la mozzarella di bufala Campana D.O.P.: manca una corrispondenza tra capi bufalini e latte prodotto".