• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31397
GROSSETO

Randagismo, tre Senatrici contro il Veterinario della Asl

Randagismo, tre Senatrici contro il Veterinario della Asl
Fanno discutere le parole di Paolo Madrucci, responsabile del dipartimento di prevenzione dell'Asl 9 di Grosseto sul tema del randagismo.
"Stupisce che il responsabile del Dipartimento prevenzione dell'Asl 9 di Grosseto, dipendente pubblico profumatamente pagato con i soldi dei cittadini, suggerisce di adottare soluzioni che derogano ad una legge dello Stato, che per lui, veterinario pubblico, dovrebbe invece essere guida nel lavoro quotidiano". Lo sostengono le senatrici del PD Monica Cirinnà, Silvana Amati e Manuela Granaiola.

"Sostenere infatti - aggiungono - che i cani randagi invece che essere ospitati nei canili andrebbero uccisi, come avviene negli Stati Uniti e in Inghilterra, è contro la legge italiana, il comune sentire e indegno per chi ricopre un ruolo pubblico che dovrebbe tutelare gli animali". "A tale proposito - si legge nella nota di Agenparl- chiederemo con un'interrogazione alla ministra Lorenzin se ritiene incompatibile la permanenza di questo signore nel ruolo istituzionale che ricopre. In molti abbiamo riflettuto su come migliorare la legge 281/1991 e le conseguenti leggi regionali, ma sorprende che il ritorno alla brutalità delle soppressioni dei cani provenga da chi è in parte coinvolto con responsabilità omissive nel suo fallimento".

"Se tutti i servizi veterinari d'Italia, dal 1991 ad oggi - concludono le senatrici Pd - avessero microchippato, sterilizzato, accolto in strutture dedicate, semplificato le adozioni, non ci troveremmo in questa situazione. In particolare, nelle aree rurali, come quelle delle Asl 9, l'anagrafe dei cani di proprietà degli agricoltori e dei pastori è totalmente fuori controllo e le sterilizzazioni inesistenti: questi cani sono invisibili per tutti i veterinari che vanno a controllare vacche e pecore. Sono, purtroppo, questi cani che, accoppiandosi continuamente, creano sacche infinite di randagismo e situazioni di grave pericolo come nei casi di ibridazioni con il lupo, tutto ciò si può fermare con la sterilizzazione".

All'incontro sul tema del randagismo che si svolto nei giorni scorsi ad Arcidosso, Paolo Madrucci ha parlato (e scritto sulla rivista dei veterinari italiani), dei problemi legati alla legge sul randagismo: «A Grosseto i servizi veterinari dell'Asl 9 hanno sempre applicato, con notevole impegno di risorse umane e strumentali, le azioni previste dalla Legge 281 eppure - spiega Madrucci - vorrei ci fosse data la possibilità di impiegare una piccola parte delle risorse, oggi destinate al mantenimento dei cani nei canili, per attivare una capillare attività di ricerca e cattura di randagi e vaganti». Sull'argomento, di recente, si è espresso anche l'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), indicando la necessità di superare il vincolo del mantenimento senza termine degli animali nei canili rifugio. Insomma, in tempi di crisi profonda, sono in molti a domandare un approccio al problema secondo i modelli inglese e americano.

E sulla legge 281, Madrucci osserva«Nei 22 anni di vita della Legge 281 la collettività ha speso in Italia miliardi di vecchie lire, e poi milioni di euro, per organizzare l'anagrafe (che ha coinvolto milioni di cani), per costruire canili, per mantenervi centinaia di migliaia di animali (la maggior parte dei quali in condizioni disumane), per sterilizzarli. Ebbene, prendiamo atto dei mancati risultati. Guardiamo cosa succede in altri paesi, come Inghilterra e Stati Uniti, che hanno risolto il problema con la cattura dei cani vaganti e con loro soppressione eutanasica».