Con un orientamento nuovo, la Cassazione Penale ha confermato il sequestro di beni usati da parenti del professionista.
Il sequestro era stato disposto per abuso di professione sanitaria, in violazione dell'articolo 348 del Codice Penale, in uno studio odontoiatrico dove lavorava, senza titolo professionale, la figlia del dentista titolare. Ma il Tribunale di Termini Imerese – aveva poi disposto la restituzione delle attrezzature. La confisca oggi è "facoltativa", ma la Cassazione, con sentenza del 17 luglio, ha ribadito che la formale titolarità di un bene in capo ad un estraneo al reato non è sufficiente ad escludere la confisca: chi ne è proprietario deve anche fare in modo che non se ne faccia un uso indebito. La Suprema Corte ha quindi dato ragione al Procuratore della Repubblica di Termini Imerese che aveva impugnato la sentenza di restituzione.
Il conclamato asservimento delle attrezzature alla illecita attività professionale svolta denota il negligente comportamento del proprietario. Tutte le attrezzature utilizzate in abuso di professione restano confiscate.
Al dentista che ha permesso l'esercizio abusivo è stata comminata una multa di 344 euro.
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