• Utenti 11
  • Articoli pubblicati dal 4 novembre 2001: 31295
BOVINI

PREDNISOLONE: PARERE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITA’

PREDNISOLONE: PARERE DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITA’
Prednisolone: molecola endogena o residuo? La quarta sezione del Consiglio Superiore di Sanità non esclude che la sostanza possa essere rilevabile anche in animali non sottoposti a trattamento. Il massimo organo di consulenza scientifica del Ministero della Salute ritiene che sia necessario acquisire ulteriori dati. I buiatri della SIVAR avevano sollevato per primi dubbi sull'origine delle positività.

La positività al cortisone di alcuni bovini sta costando il rinvio a giudizio ad alcuni allevatori, benché agli animali non siano mai stati somministrati cortisonici. I buiatri della SIVAR sono stati i primi a sollevare, già nel 2010, il dubbio che all'origine vi potessero essere cause endogene. La letteratura scientifica nel settore è estremamente limitata e la ricerca registra studi sperimentali presso le Università di Torino e di Milano e presso l'Istituto Zooprofilattico di Brescia dai quali emerge la possibilità che livelli identificabili di prednisolone nelle urine possano essere non associati a somministrazioni esogene di cortisonici.

Ieri, nel corso di un evento di formazione organizzato dall'IZSLER sull'argomento, è stato reso noto anche il parere del Consiglio Superiore di Sanità. La Quarta sezione del CSS ritiene che "sebbene in condizioni normali non siano osservabili livelli urinari significativi di prednisolone nella specie bovina, non si possa ragionevolmente escludere la possibilità che in particolari condizioni stressanti quali la macellazione, il prednisolone possa essere rilevabile in basse concentrazioni anche in animali non sottoposti a trattamento".

Inoltre, per il CSS "è possibile, anche se non ancora chiaramente provata, la possibilità di un rapporto fra l'incremento delle concentrazioni di cortisolo urinario e la presenza di tracce urinarie di prednisolone" e che, ad oggi, sulla base dei dati disponibili, " non sia possibile individuare un "livello fisiologico" di prednisolone nelle urine delle vaire categorie bovine".

Il parere conclude ritenendo "consigliabile eseguire il prelievo di urine per la determinazione del prednisolone in allevamento (e non al macello) e che tale prelievo si effettuato in modo tale da evitare ogni possibile trasformazione del cortisolo in prednisolone da parte di batteri provenienti da contaminazione fecale".

Per il Consiglio Superiore di Sanità "è necessario acquisire ulteriori dati in allevamento e la macello monitorando con attenzione il rapporto fra cortisolo e prednisolone".

Al convegno di ieri presso l'IZSLER è intervenuto Piero Frazzi, Dirigente Servizio U.O. Veterinaria della Regione Lombardia. Nel territorio lombardo il problema si è presentato con una incidenza (350 campioni nelle urine analizzati, 270 positivi) che ha determinato l'Autorità Veterinaria ad approfondire le ricerche.

I pareri e gli studi scientifici non fermano i procedimenti penali. L'auspicio è che l'autorevolezza delle fonti ne possa evitare altri e incidere sull'esito di quelli in corso.