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AUDIZIONE PARLAMENTARE

Confprofessioni, ancora squilibri tra professioni e imprese

Confprofessioni, ancora squilibri tra professioni e imprese
La Legge sull'equo compenso "sana situazioni di pesante squilibrio nel mercato delle professioni". Confprofessioni interviene a difesa dell'equo compenso, ma attacca il ruolo attribuito agli Ordini. Delusione per il depotenziamento della norma che avrebbe dovuto sancire la piena parità dei professionisti nell'accesso agli incentivi.


Alle critiche all'equo compenso avanzate dal mondo d’impresa, risponde Confprofessioni dal Parlamento. "La ratio della legge è quella di rafforzare la tutela del professionista, parte debole del rapporto contrattuale"- afferma il Presidente della Confederazione delle libere professioni Gaetano Stella. La legge- in vigore dal 20 maggio 2023-  tutela i professionisti da clausole vessatorie e da comportamenti abusivi da parte dei contraenti forti, quali sono le grandi imprese con forte potere contrattuale come banche e assicurazioni.

La Legge 49/2023 sull'equo compenso vincola anche le Pubbliche Amministrazioni ad ingaggiare le libere professioni nel rispetto dei parametri di remunerazione fissate per decreto. Non si tratta di una reintroduzione surrettizia delle tariffe minime, secondo Confprofessioni, che respinge l'ipotesi di incoerenze con il diritto Antitrust e della concorrenza.  D'altra parte, Confprofessioni non esclude una modifica dell'impianto normativo che, in alcuni passaggi, è stato oggetto di critica fin dall'iter parlamentare. Uno su tutti: il ruolo attribuito agli Ordini.

Incentivi ed equiparazione alle imprese -Le osservazioni, in audizione parlamentare sulla Legge Annuale per la Concorrenza, si spingono fino a considerare un'altra recente novità, contenuta nella Delega al Governo alla revisione del sistema di incentivi alle imprese e che avrebbe dovuto sancire la piena parità giuridica di accesso alle professioni. "Dobbiamo manifestare alcune riserve sulla norma approvata – che ha subito una sostanziale riscrittura da parte della Ragioneria Generale dello Stato – la quale risulta notevolmente attenuata rispetto alla formulazione originale, che sanciva in maniera chiara e tassativa il principio di piena equiparazione tra imprese e professionisti nell’accesso agli incentivi".
Confprofessioni fa notare che con la riformulazione approvata sembrerebbe permanere "una carenza di parità di accesso ai fondi tra professionisti e imprese: nello specifico nella parte in cui la norma stabilisce che i professionisti possano usufruire di specifiche misure incentivanti “ove ne ricorrano i presupposti e ove previsto”.
L'auspicio di Confprofessioni è che il Legislatore e la Pubblica Amministrazione – nella predisposizione dei decreti delegati e dei bandi – voglia rispettare lo spirito originale della norma favorendo la parità di accesso agli incentivi. Il Ddl delega approderà approderà all'Assemblea del Senato martedì 12 settembre.

"Finalmente si è tamponata una falla"- L'equo compenso arriva in soccorso alle professioni dopo decenni di "radicali ed intensi processi di liberalizzazione". Confprofessioni cita l'abolizione delle tariffe,ma anche  l'apertura del mercato dei servizi professionali a società, "anche nella forma di società di capitali, aperte a soci non professionisti, e alla progressiva penetrazione di soggetti economici organizzati nei settori delle farmacie, dell’odontoiatria, della veterinaria e finanche della medicina".

Il potere sanzionatorio degli ordini professionali - E' una aspetto dibattuto della Legge 49/2023 e che Confprofessioni mette nell'elenco dei problemi aperti.  Viene previsto che gli ordini e i collegi professionali adottano disposizioni deontologiche volte a sanzionare la violazione, da parte del professionista, dell’obbligo di convenire o di preventivare un compenso che sia giusto, equo e proporzionato alla prestazione professionale richiesta e determinato in applicazione dei parametri previsti dai pertinenti decreti ministeriali. "Si giunge così ad un esito che potrebbe risultare penalizzante per il professionista che subisce l’applicazione di compensi iniqui"- osserva Confprofessioni, da sempre critica sulla norma.

Confusione sul ruolo dell’Ordine professionale- Secondo Confprofessioni, l'Ordine viene investito di "una funzione di equilibratore del mercato dei servizi professionali, a prevalente tutela dell’interesse della categoria, oltrepassando di gran lunga il suo ruolo". Non solo la tenuta dell’albo, la tutela della deontologia professionale e la tutela della qualità e della correttezza della prestazione. All'Ordine sono assegnate attribuzioni che generano "confusione tra funzioni di tutela degli interessi della collettività e funzioni di protezione della categoria".

In contro tendenza rispetto al diritto europeo, conclude Confprofessioni, la legge 49/2023 "attribuisce agli ordini potestà autoritative incisive sul mercato". Attibuzioni come i modelli di convenzione tra professionisti e committenti oppure l'espressione del parere di congruità del compenso con valore di titolo esecutivo, fanno assumere all’attività degli ordini - conclude Confprofessioni- indebiti connotati autoritativi.

Equo compenso: parametri da difendere e da adeguare

TESTO_INTEGRALE_DELLAUDIZIONE.pdf215.72 KB