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LA BOZZA 2019-2021

Salute, Veterinaria nel Patto ma senza convinzione

Salute, Veterinaria nel Patto ma senza convinzione
Era un Patto a metà quello prefigurato a luglio dal Ministero della Salute che lasciava la Veterinaria fuori dalle politiche della Salute. Quattro mesi dopo, la prima bozza del Patto corregge la “svista”, ma la Veterinaria, se non proprio “decorativa”, resta marginale. Il documento.

Dalla maratona di luglio dell’ex Ministro Giulia Grillo alla prima bozza del Patto della Salute 2019-2021 targata Roberto Speranza, la sanità veterinaria ottiene di essere citata. Ma non molto più di questo. Le istanze presentate a luglio da ANMVI, FNOVI e SIVEMP scontano una considerazione marginale nel nuovo Patto, quando non risultano del tutto ignorate. Il carico da novanta ce lo metterà il Ministero delle Finanze che non intende gravare di spesa il prossimo Patto.

Accesso al SSN- Fra le professioni sanitarie, la Veterinaria continua ad essere marginale. Nella bozza in circolazione, il Patto non accenna ad alcuna riforma del modello di accesso al SSN, più agile e più rapido dell'attuale, come proposto dal Vicepresidente ANMVI Bartolomeo Griglio alla maratona di luglio. Alla specialistica veterinaria, il Patto non riconosce la stessa esigenza di revisione che invece accorda ai Medici.

I liberi professionisti - La componente libero-professionale è del tutto assente dal Patto, malgrado aumentino le funzioni di pubblico interesse assolte dai veterinari privati, sia nella partecipazione ai sistemi informativi della PA (dalla REV al Classyfarm, passando per il Sistema Tessera Sanitaria) sia nel sopperire alla mancata erogazione dei nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza).
Disatteso quindi un modello integrato di sanità veterinaria -come quello descritto da Griglio alla maratona- che si sta attuando di fatto e di necessità, soprattutto nel settore zootecnico, dove la componente privata veterinaria sarà sempre più determinante e sinergica alle attività ufficiali.

Prevenzione anche veterinaria- Evitata una clamorosa lacuna: la bozza del Patto in circolazione è più “one health” di quanto non fosse nelle premesse di luglio. La salute umana e la salute degli animali sono considerate "come interdipendenti e legati alla salute degli ecosistemi in cui sono contestualizzati”. Inoltre, il Piano coordinato nazionale dei controlli (PCNC) ricomprende "tutti i piani specifici di controllo in materia di sicurezza alimentare e sanità pubblica veterinaria".

Reclutamento- “Non siamo decorativi” aveva lamentato il Segretario Nazionale del SIVEMP, Aldo Grasselli, ricordando che entro il 2025 andrà in pensione il 40% dei veterinari pubblici. Il Patto si impegna a valutare il superamento anche temporaneo del blocco delle graduatorie di personale sanitario del SSN con l’obiettivo di "garantire il tempestivo reclutamento del personale del SSN ed assicurare il turn over necessario per la continuità dei servizi".

Incrementi contrattuali- Sempre che si reggano in equilibrio economico e che abbiano garantito i livelli essenziali di assistenza, il Patto consente alle Regioni di mettere a disposizione delle aziende ed enti del SSR risorse aggiuntive (dall'1% al 3% in più) rispetto ai contratti. Il tutto “sulla base di criteri definiti da linee di indirizzo regionali” e con i seguenti obiettivi:
- valorizzare le professionalità dei dirigenti medici, veterinari e sanitari
- remunerare i dirigenti medici, veterinari e sanitari che effettuano attività per guardia medica e/o in pronta disponibilità con una maggiorazione dei compensi e delle indennità previste dai contratti di lavoro;
- riconoscere ai dirigenti medici, veterinari e sanitari che operano in zone disagiate e in servizi disagiati specifiche indennità.

Livelli essenziali di assistenza- I nuovi LEA (Livelli Essenziali di Assistenza) sono stati un tema forte nell’intervento di ANMVI alla maratona di luglio. Nella bozza del Patto si può leggere una proposta sostenuta dal Vicepresidente Griglio e cioè l’utilizzo di metodologie di Health Technology Assessment (HTA) per aggiornare i LEA e misurarne il reale impatto in termini di benefici, di costi emergenti e di costi evitati.
I Livelli Essenziali di Assistenza, aggiornati nel 2017 dal Ministro Beatrice Lorenzin, includono nuovi servizi e prestazioni di medicina veterinaria anche negli animali da compagnia, come il primo soccorso, il controllo delle morsicature e gli interventi anti-randagismo.  Ma nessuno dei nuovi LEA Veterinari introdotti nel 2017 risulta finanziato né erogato. Il Comitato LEA che il Patto immagina di istituire per individuare le carenze e le inadempienze dovrebbe prenderne atto.
I LEA sono un impegno costituzionalmente assunto nei confronti dei cittadini. Il carico di queste prestazioni viene invece spostato sulla libera professione veterinaria, con un ricarico fiscale (IVA 22%) per l’utenza finale. L'ANMVI ha chiesto di esentare da IVA le prestazioni LEA quando rese da medici veterinari privati.

Universalità- Il Patto afferma il principio universalistico del SSN. Un aspetto ribadito nei giorni scorsi dal Ministro Roberto Speranza in audizione sul regionalismo differenziato, o “creativo” come ribattezzato dal Presidente della FNOVI Gaetano Penocchio durante la maratona di luglio, in aperto disaccordo con la creazione di nuovi profili professionali potenzialmente sostitutivi del Medico Veterinario.

AMR e benessere animale- Nel nuovo Patto figura l'impegno a contrastare l'antimicrobicoresistenza (AMR) dando impulso al Piano Nazionale PNCAR. Assente invece un richiamo esplicito al benessere animale, come recentemente annunciato il Ministro Speranza.


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