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ASSEMBLEA A TEATRO ARGENTINA

Regionalismo differenziato: il manifesto degli Ordini

Regionalismo differenziato: il manifesto degli Ordini
Gli Ordini delle professioni della salute hanno approvato il manifesto “Alleanza tra professionisti della salute per un nuovo SSN”. Il documento, uscito sabato dall’assemblea romana del Teatro Argentina, è rivolto al Presidente della Repubblica e al Premier Giuseppe Conte. Gli Ordini difendono l'universalismo del SSN e chiedono di analizzare  l’impatto sulla finanza pubblica e sulla tenuta di tutti i servizi sanitari regionali del cosiddetto regionalismo differenziato.


Tre Regioni  - Lombardia, Veneto e Emilia Romagna - hanno chiesto al Governo di rinegoziare il proprio grado di autonomia decisionale su alcune materie, fra le quali l'organizzazione sanitaria. Questa materia è già di competenza regionale per dettato costituzionale -  all'interno della cosiddetta "legislazione concorrente" - ed è attribuita in parte allo Stato (a Salute) e in parte alle Regioni ( l'organizzazione sanitaria). Questa suddivisione delle competenze- sancita dal Titolo V della Costituzione- è stata oggetto di numerosi conflitti istituzionali, ricorsi e liti giuridiche fra  le Amministrazioni centrali e quelle regionali. Lombardia, Veneto e Emilia Romagna puntano a chiarire e consolidare la propria autonomia di intervento sulla base delle peculiarità territoriali.

Il 23 febbraio scorso, i rappresentanti di 30 Ordini delle professioni sanitarie, fra cui il Consiglio Nazionale della Fnovi, si sono riuniti in assemblea per affrontare il tema del "regionalismo differenziato" e discuterne le ripercussioni in campo sanitario. Ne è scaturito il Manifesto  "Alleanza tra professionisti della salute per un nuovo SSN”, già letto da molti osservatori del settore come un deciso "no".

“La sanità - dicono gli Ordini della salute-  si evolve e lo deve fare per tutti i cittadini in modo assolutamente universalistico e uguale per tutti. E non lo farà mai più senza di noi”.
“Il Governo deve porre al centro dell’agenda politica il tema della tutela e unitarietà del Servizio sanitario nazionale – hanno affermato unanimi i presidenti delle 10 Federazione (30 professioni) presenti – e sollecitare le Regioni al rispetto dell’art. 2 della Costituzione che ricorda alle Istituzioni i doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale su cui deve fondarsi la vita del Paese, dell’art. 3 (eguaglianza dei cittadini) e dell’art. 32 della Costituzione (tutela della salute)”.


I punti politici del manifesto insistono, in primo luogo, sul diritto costituzionale alla salute improntato ai valori dell'universalismo e della solidarietà. Le spinte autonomiste non possono far venire meno questo diritto, che incide anche sugli assetti del Servizio Sanitario Nazionale e delle professioni che operano al suo interno, sia in campo pubblico che privato. Alle regioni, dunque, possono essere riconosciuti gradi maggiori di autonomia- oltre quelli già riconosciuti con la precedente riforma del titolo V- ma solo nel quadro del perfezionamento universalistico delle leggi di principio dello Stato.

Le professioni della salute chiedono alcuni impegni precisi a Governo e Regioni:
-l’attivazione di un tavolo di lavoro permanente dove potersi regolarmente confrontare sulle politiche sanitarie, anche con la partecipazione dei rappresentanti dei cittadini;
-la sottoscrizione con tutte le professioni sanitarie e sociali e l’attivazione in tutte le Regioni e secondo schemi omogenei condivisi dei recenti protocolli voluti dalle Regioni per instaurare un rapporto diretto con i professionisti e garantire un servizio sanitario universalistico e omogeneo;
-che i cittadini si facciano parte attiva ponendo con iniziative per garantire tutti gli aspetti sottolineati nel manifesto.

Dal canto loro, le Regioni Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna fanno leva sull'articolo 11 della Costituzione:"Ulteriori forme e condizioni particolari di autonomia [...] possono essere attribuite ad altre regioni, con legge dello Stato, su iniziativa della regione interessata, sentiti gli enti locali, nel rispetto dei princìpi di cui all'articolo 119. La legge è approvata dalle Camere a maggioranza assoluta dei componenti sulla base di intesa fra lo Stato e la Regione interessata" .
pdfMANIFESTO_ALLEANZA_PER_UN_NUOVO_SSN.pdf431.43 KB


Regionalismo differenziato, dossier a cura del Senato