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FVE E CVMP

Antibiotici negli animali: valutare alternative, prima di vietare

Antibiotici negli animali: valutare alternative, prima di vietare
Nel confronto con la FVE, il CVMP dice sì a numerose osservazioni di principio, ma resta cauto di fronte a suggerimenti concreti per fermare la tendenza a ridurre gli antibiotici consentiti.


Nell'adozione della nuova Strategia europea 2021-2025 contro l'antimicrobico-resistenza, il Comitato Veterinario per i Medicinali Veterinari (CVMP) ha recepito numerose osservazioni di principio formulate dalla Federazione dei Veterinari Europei. Il confronto fra i due organismi, durante le consultazioni, è pubblico e una nota della FVE oggi mette in evidenza i punti di incontro.

La nuova Strategia, pubblicata in via definitiva il 2 febbraio scorso, recepisce le sollecitazioni della FVE ad inserire il principio del benessere animale (assente nella prima stesura della Strategia) a prevedere un raccordo con gli obiettivi di riduzione previsti dalla Farm to Fork Strategy, a mettere l'uso prudente dei medicinali antimicrobici in relazione con la tutela ambientale  e ad agevolarlo ricorrendo, a cascata, ad alternative  (lower category antibiotic) disponibili in altri Stati Membri e presenti nella Banca Dati Europea dei Medicinali Veterinari. Recepito anche il criterio del "breaking point", fortemente raccomandato dalla FVE, a cui riferirsi per interpretare la sensibilità ai farmaci antimicrobici.

Al contrario, il CVMP si è mostrato meno propenso a concessioni di fronte all'obiezione- sollevata da altri stakeholder - contro la "tendenza crescente a limitare l'uso di antibiotici consentiti negli animali". Secondo la FVE, diverse indicazioni potrebbero essere facilmente controllate tramite un antibiotico a spettro ristretto disponibile in un altro Paese oppure  semplicemente aumentando la dose di un antibiotico a spettro ristretto già disponibile nello stesso Paese. "Attualmente, nessuna di queste opzioni scientificamente accettabili è vietata"- fa notare la FVE.
Per altre indicazioni, invece, una durata più breve del trattamento si è dimostrata efficace quanto quella indicata nel PIL (Package information leaflet) tuttavia per le aziende farmaceutiche la conseguente  modifica dell'SPC (Summary of product characteristics) risulta onerosa.  Inoltre, non sono attualmente consentiti nuovi concetti di trattamento (come la teoria Mutant Prevention Concentration)
"Sarebbe fantastico" - dichiara la FVE- se il CVMP promuovesse davvero nuove opportunità di trattamento come quelle suggerite, " e così facilitare l'uso responsabile degli antibiotici negli animali, piuttosto che continuare a limitare le opzioni disponibili causando più problemi nella salute e nel benessere degli animali".

E' pressante nel confronto con il CVMP, l'invito a controbilanciare le esigenze di salute e benessere animale con la necessità di tutelare la salute umana dal fenomeno delle resistenze. Il Comitato, dal canto suo ha risposto che una parte rilevante del suo ruolo è di "garantire che le specie di destinazione, le indicazioni, i dosaggi e le avvertenze di sicurezza presenti nei foglietti illustrativi siano basati sull'evidenza".
Il CVMP dichiara che porterà avanti una riflessione sulla revisione dei dosaggi e delle condizioni definite per antibiotici disponibili e che farà approfondimenti sulle ragioni che impediscono l'accesso e l'uso di alcuni antibiotici di categoria D in medicina veterinaria.

Bene, infine, la riflessione del CVMP sull'importanza di disporre di nuovi test diagnostici rapidi, per rendere più razionale la prescrizione. Ma restano irrisolte alcune "implicazioni pratiche"- fa notare la FVE-  che riguardano i campionamenti, come ad esempio il numero di animali campionare, il tempo necessario per ottenere i risultati, i costi dei test e la disponibilità dei proprietari di animali a sostenerli. Tutti aspetti che "dovrebbero essere presi in considerazione" ha argomentato la FVE.  Il CVMP ha "preso atto".

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CVMP strategy on antimicrobials 2021-2025