La riabilitazione delle tariffe, pur ammettendo deroghe all'interno della libera contrattazione e ben lungi dal reintrodurre i minimi tariffari, ha un significato importante per i professionisti e per i loro clienti che possono finalmente rifarsi ad un parametro d'orientamento nella scelta della prestazione professionale e nella valutazione della sua convenienza.
La segnalazione del Garante, diffusa il 26 agosto, non la pensa così e sulle professioni chiede di "eliminare il riferimento legale alle tariffe". Secondo l'Antitrust, il DL 138/2011 costituisce "un passo indietro, rispetto alla norma vigente in base alla quale le tariffe professionali non sono obbligatorie, la previsione che rende le tariffe professionali come parametro legale di riferimento per la determinazione del compenso del professionista".
Si tratta - aggiunge il comunicato- " di una norma contraddittoria e contraria alla liberalizzazione del mercato dei servizi professionali che si vuole conseguire".
Al contrario, per l'ANMVI -che da tempo sollecita una lettura più attenta della Legge Bersani- l'utenza pubblica ha bisogno di un parametro per evitare lo scadimento delle prestazioni nelle gare al ribasso; anzi, quando si tratta di prestazioni erogate nell'ambito del SSN, la Legge Bersani non trova alcuna attuazione e non può essere invocata.
Inoltre, un tariffario "deontologico" come quello che la FNOVI ha da poco adeguato ai valori ISTAT è necessario soprattutto all'utenza privata per orientarsi nella giungla delle offerte speciali e per la determinazione degli stipendi dei dipendenti degli studi professionali veterinari che applicano il CCNL di Confprofessioni.