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MOLISE, IL CANE HA DIRITTO DI ESSERE “LIBERO”

MOLISE, IL CANE HA DIRITTO DI ESSERE “LIBERO”
La Regione Molise disciplina il controllo del randagismo attraverso azioni mirate e soprattutto il potenziamento dell'anagrafe canina. Un indirizzo nuovo nella norma per la protezione dei cani che va ad integrare la vecchia legge superata attraverso una serie di modifiche sostanziali approvate con il nuovo testo corretto e rivisto e votato a maggioranza in Consiglio regionale. La Regione Molise disciplina il controllo del randagismo attraverso azioni mirate e soprattutto il potenziamento dell'anagrafe canina. Un indirizzo nuovo nella norma per la protezione dei cani che va ad integrare la vecchia legge superata attraverso una serie di modifiche sostanziali approvate con il nuovo testo corretto e rivisto e votato a maggioranza in Consiglio regionale.

Al cane e al gatto è riconosciuto «il diritto alla vita in condizioni di benessere sia in stato di libertà che nel periodo di ricovero nei canili, ad ogni cane o gatto deve essere data la possibilità di essere adottato presso famiglie o associazioni di volontariato».

Spicca nei correttivi apportati ai sette articoli l'art.7 ter «cani di quartieri». Qui si legge che «laddove si accerti la non sussistenza di condizioni di pericolosità per uomini animali e cose, si riconosce al cane il diritto di essere animale libero. Tale animale viene definito cane di quartiere». Che dovranno essere vaccinati, sorvegliati, sterilizzati dalla Asrem, iscritti all'anagrafe canina e mantenuti da risorse della giunta regionale laddove i Comuni li prendano in cura.

Il relatore della legge, Vincenzo Niro, in premessa ha chiarito «Le modifiche alla legge regionale n.7 del 4 marzo del 2005 scaturiscono dalla necessità di un intervento sostanziale da parte della Regione proprio in seguito alle difficoltà operative dovute a carenze amministrative organizzative ed applicative delle norme vigenti che negli anni hanno determinato un controllo insufficiente sulla popolazione canina con la conseguente inadempienza alle finalità stabilite nella prima parte dell'articolato».

Le difficoltà applicative della precedente normativa, da qui le modifiche resesi indispensabili, come ha ancora illustrato Niro, hanno portato a ricoverare oltre 2 mila cani randagi che rappresentano, però, neppure il 40 per cento dei cani non controllati sul territorio regionale. Un numero elevatissimo che comporta una spesa per il loro mantenimento di oltre 2 milioni di euro annui a cui vanno ad aggiungersi le spese veterinarie stimabili intorno ai 350 milioni di euro. Sul territorio regionale si stimano annualmente un centinaio di incidenti stradali provocati da cani con costi a persone e cose stimabili oltre 200 mila euro. A questi si aggiungono le aggressioni e altri incidenti, circa 150-200 casi annui.