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ABUSO DI PROFESSIONE, MODIFICHE AL C.P.

ABUSO DI PROFESSIONE, MODIFICHE AL C.P.
Con un articolo nel Testo Unificato che riforma la Legge 281 e con una proposta di legge ad hoc, in Parlamento si lavora ad inasprire la lotta all'esercizio abusivo della professione veterinaria. Come aggravante nel reato di maltrattamento e come fattispecie a se stante nel Codice Penale. Ad oggi, misure e pene inadeguate a fungere da deterrente.

Dal Parlamento arrivano proposte di modifica al Codice Penale per inasprire la lotta all'esercizio abusivo della professione veterinaria. Il Comitato ristretto della Commissione Affari Sociali della Camera ha previsto un articolo specifico nel Testo Unificato per la riforma della 281, mentre i colleghi parlamentari Gianni Mancuso e Rodolfo Viola hanno depositato una proposta di legge ad hoc.

Con il Testo Unificato si propone di considerare l'abuso di professione come aggraante del reato di uccisione e maltrattamento animale, aumentando la relativa pena "se il reato è commesso esercitando abusivamente la professione di medico veterinario".

Con l'iniziativa legislativa degli On Mancuso e Viola, si propone di introdurre l' articolo 348-bis del codice penale, con l'obiettivo di punire chi commette il reato di esercizio abusivo della professione veterinaria e di introdurre deterrenti alla reiterazione del reato, come la confisca degli strumenti utilizzati e il risarcimento dei danni arrecati. Reclusione fino a tre anni per l'abusivo ma anche per il medico veterinario che presta il proprio nome a chi commette il reato; pena detentiva fino a 4 anni se il reato lede animali o persone e se non si provvede al risarcimento dei danni.

Oggi il codice penale disciplina la materia nell'ambito del più generico articolo 348, che riguarda indistintamente l'esercizio abusivo di tutte le professioni per le quali è richiesta l'abilitazione. Con l'articolo aggiuntivo 348-bis, i proponenti intendono contestualizzare il reato nell'ambito specifico della veterinaria, a protezione di una professione che "subisce numerosi episodi di esercizio abusivo, spesso legati alle pratiche innovative applicate al mondo animale, come la fisioterapia e la medicina omeopatica; settori in cui, inopinatamente, si ritengono in grado di operare soggetti non dotati di laurea in Medicina veterinaria".

La proposta di legge mantiene fermo quanto già disposto dall'articolo 8, comma 1, della Legge 175/92: "gli esercenti le professioni sanitarie che prestano comunque il proprio nome, ovvero la propria attività, allo scopo di permettere o di agevolare l'esercizio abusivo delle professioni medesime sono puniti con l'interdizione dalla professione per un periodo non inferiore ad un anno".

Relazione e proposta di legge sono pubblicati integralmente al sito della Fnovi.