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IN PARLAMENTO INDAGINE CONOSCITIVA SULL’UNIRE

IN PARLAMENTO INDAGINE CONOSCITIVA SULL’UNIRE
La XIII Commissione Agricoltura, in sede di indagine conoscitiva sulla situazione e sull'attività dell'Unione nazionale incremento razze equine (Unire). Audizione svolta dal Commissario Claudio Varrone che ha riproposto le osservazioni presentate alla Commissione Agricoltura del Senato sulla perdita di competititvità dell'Ente.

Sentito la scorsa settimana dalla XIII Commissione Agricoltura, il Commissario Straordinario dell'Unire ha ribadito quanto affermato all'analoga Commissione del Senato a proposito della situazione e dell'attività dell'Ente che governa le corse dei cavalli.

Il Commissario Straordinario Claudio Varrone ha ricordato che l'Unire è l'unico Ente che non ha un budget fisso in Finanziaria per cui non si tratta di avere più fondi ma di averli con certezza.La situazione si complica per il fatto che la gestione delle scommesse non è più dell'Unire ma dell'Azienda Autononoma Monopoli di Stato. L'Unire, secondo il Commissario, deve avere una struttura più snella, più orientata al mercato. L'Ente ha inoltre inviato una lettera ai Comuni proprietari di ippodromi (affinché riducano il canone di affitto.

Varrone ha concluso che si sta chiudendo il bilancio preventivo del 2011. "Abbiamo potuto far leva solo sulle risorse derivate dal decreto ministeriale, non sui proventi delle scommesse. E così non abbiamo certezze".

In Senato, nelle audizioni di febbraio e marzo, Varrone aveva dichiarato: "Nell'affidare le scommesse ippiche ai Monopoli di Stato bisognava assicurarsi che questo soggetto lo gestisse al meglio. Ma tutto questo non è accaduto e non accade".  "Si parla di mancati introiti, con mancate entrate dell'Ente, ma le cause sono molteplici. In tutto questo indubbiamente un certo peso lo ha avuto anche la scelta di affidare le scommesse ai monopoli di stato". Secondo Varrone "quando le scommesse ippiche erano affidate all'Unire si viaggiava a gonfie vele".

"Siamo in presenza di un ente estremamente complesso, che ha compiti di incentivazione, promozione da un lato e più essenzialmente di servizi, cioè di attività di regolazione del mercato per le scommesse, giustizia sportiva, trasparenza e tutela della salute del cavallo all'altro". Lo ha detto il commissario straordinario dell'Unire, Claudio Varrone, in audizione in commissione Agricoltura del Senato. Varrone ha elencato i compiti dell'ente: incremento quali-quantitativo delle razze equine, programmazione delle corse e vigilanza sulla regolarità, tutela della biodiversità delle razze, tutela del benessere dei cavalli, sicurezza del settore, tenuta dei libri genealogici e gestione dell'anagrafe equina, iniziative previdenziali in favore di lavoratori dell'ippica e gestione del segnale televisivo.

"Quest'anno c'è stata ulteriore perdita di competitività delle scommesse rispetto al resto. Si è pensato di ridurre 1.850 corse, con il convincimento che riducendo le corse e mantenendo un budget complessivo fisso dei premi si spalmavano più soldi su meno corse". Lo ha detto il commissario straordinario dell'Unire, Claudio Varrone, in audizione in commissione Agricoltura del Senato. "Se avessimo voluto seguire il criterio che tagliava le corse solo per coloro che stavano nella fascia bassa, sarebbe stata la fine per alcuni ippodromi. Ma questo decremento aveva interessato tutti, così si è fatto un taglio orizzontale".

Rilanciare il canale televisivo affidato all'Unire, introducendo anche la pubblicità. Lo chiede il commissario straordinario dell'ente, Claudio Varrone, in audizione in commissione Agricoltura del Senato. "La situazione dell'Unire è complessa, sia per compiti sia perché si sono creati compartimenti stagni per l'afflusso delle risorse. Ci sarebbe da lavorare sul piano delle iniziative che vanno riavviate, come il canale televisivo, il cui contratto scade a metà anno". Francamente quello attuale ha gravi difetti. Il canale televisivo è stato creato nel 2008, adesso è un servizio che può essere arricchito e in una società mediatica come quella in cui viviamo avere un canale tv e poterlo sfruttare per far conoscere e incentivare l'intero settore che gravita intorno all'Unire può essere importante. Si dovrebbe bandire una gara che possa attrarre investitori e - spiega Varrone - che possa creare un format che arricchisca e susciti interesse. C'è un vizio di origine dato dal fatto che il primo canale televisivo era stato fatto per trasmettere le corse nelle agenzie e quindi non prevedeva la pubblicità. Adesso si potrebbe consentire di fare pubblicità".

"Non è pensabile di mantenere un ippodromo così come veniva gestito negli anni '30. Oggi o si attrae un pubblico più vasto, così come si fa nei centri commerciali e offrendo una pluralità di servizi, o sennò l'ippodromo da solo non ce la fa. I cambiamenti devono essere radicali". No a risorse "ballerine" da decidere ogni anno, l'Unire ha bisogno di entrate fisse. Varrone pensa "ad esempio a una percentuale di risorse da destinare all'Unire da prelevare nella quota del 3 o 4 per cento sul complesso delle entrate fiscali derivanti dai giochi, che è enorme e cresce sempre. Dare il 3 o 4 per cento all'Unire - secondo Varrone - consentirebbe con certa tranquillità di svolgere il nostro lavoro".

"Io non posso avanzare proposte, ho sollevato degli interrogativi: la scelta di mantenere l'Unire come un ente pubblico avente una struttura sul modello anni '30 è adeguata? Di più non posso fare, poi le scelte diventano politiche"- ha commentato Varrone, a margine della sua audizione in Senato. "Il problema - aggiunge Varrone - può essere anche quello della velocità delle decisioni da prendere, che nel caso del pubblico è di molto ridotta".

Il 4,4 per cento del bilancio dell'Unire è destinato alla voce "spese di funzionamento", che comprende anche le spese per il personale.  Le entrate dell'ente pubblico vanno per il 49,8 per cento in premi, per il 25,5 per cento in "remunerazione società di corse", per il 6,5 per cento in "gestione del segnale televisivo, il 4,8 per cento in "provvidenze", il 4,2 per le "spese per il controllo tecnico delle corse", per il 3 per cento in "altre spese", per l'1,6 per cento in "assistenza previdenza formazione per il settore ippico". (fonte: dire.it)