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CAUDOTOMIA, LAV: UN COLPO DI MANO NON RIUSCITO

CAUDOTOMIA, LAV: UN COLPO DI MANO NON RIUSCITO
"Il Ministro della Salute ha tentato di riaprire la possibilità di tagliare code e orecchie ai cani, in particolare quelli utilizzati in ambito venatorio". La LAV parla di "colpo di mano" e sottolinea la fattispecie penale. La Lega Anti Vivisezione scrive al Presidente del Consiglio. Le indicazioni ministeriali sono "fuorvianti e imprativabili".

La LAV, in un comunicato stampa diffuso oggi, parla di "tentato colpo di mano sul tema del divieto degli interventi chirurgici destinati a modificare l'aspetto di un animale da compagnia, o finalizzati ad altri scopi non curativi, sancito dall'articolo 10 della Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia ratificata dall'Italia con la Legge n.201 del dicembre scorso, in vigore dal prossimo 1° luglio".

Le indicazioni tecniche firmate ieri dal Ministro Ferruccio Fazio sull'attuazione della Legge 201 e delle eccezioni al divieto di caudotomia son duramente commentate dalla LAV che si è anche rivolta al Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.

La LAV ritiene l'indicazione sulla caudotomia " fuorviante e impraticabile". Le uniche eccezioni a tale divieto- rimarca-  "sono infatti autorizzate solamente nel caso in cui un veterinario consideri un intervento non curativo necessario per ragioni di medicina veterinaria o nell'interesse di un determinato animale. L'interesse da tutelare dunque è quello di un determinato animale, di un particolare soggetto, non di una categoria di cani impiegati per una particolare attività".

"Con questa Nota il Ministro-cacciatore, dimenticando il suo ruolo istituzionale che è di tutelare la salute e il benessere anche degli animali, non quello di fare gli interessi dei cacciatori, avrebbe voluto indebolire il divieto europeo accettato senza riserve dall'Italia, Parlamento e Governo, in merito al taglio della coda - dichiara Gianluca Felicetti, presidente della LAV - è illecito e illegittimo fare eccezioni, tutti i cani hanno gli stessi diritti. Il taglio della coda configura un maltrattamento anche etologico, e lo configura per tutti, ai sensi dell'articolo 544 ter del Codice penale".