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PIETRO FABBRI, UN VETERINARIO PER ANITA E IL GENERALE

PIETRO FABBRI, UN VETERINARIO PER ANITA E IL GENERALE
1849. Garibaldi scappa dagli Austriaci attraverso l'Emilia Romagna. Pietro Fabbri, veterinario condotto di Sant'Alberto sarà, insieme a un medico, il regista della fuga del Generale verso Ravenna. E sarà lui ad impartire le ultime disposizioni per la sepoltura di Anita.

La "trafila", ovvero la fuga di Giuseppe Garibaldi, attraverso la Romagna, nell'agosto del 1849, ha coinvolto molti luoghi e cittadini patrioti in missioni rischiose e pericolose. Alcuni come il dottor Pietro Nannini ed il veterinario Pietro Fabbri (in foto) ebbero un ruolo rilevante a Sant'Alberto, in provincia di Ravenna nel favorire la fuga di Giuseppe Garibaldi, attraverso il Granducato di Toscana. Con lui si trovava la moglie Anita, ormai morente. Gli Austriaci, in gran numero, battevano la zona alla caccia dei fuggiaschi.

Fabbri era nato nel 1810 ed era nipote di Luigi Carlo Farini, Primo Ministro del Regno d'Italia dal 1862 al 1863. Dopo la laurea in Veterinaria, era stato volontario nella guerra del 1848 e si era trasferito, quale veterinario condotto, a Sant' Alberto. Fu Fabbri a prendere in mano la situazione alla morte di Anita e ad ordinare di seppellire in una zona sabbiosa, una "motta", la salma della donna con l'aiuto di altri patrioti. Garibaldi era tenuto nascosto nelle case dei patrioti mentre il paese era presidiato da centinaia di soldati austriaci. Pietro Fabbri fu il coordinatore ed organizzatore principale della trafila santalbertese, affidando ai compagni il compito difficile e pericoloso di condurre il Generale fuori dal paese. Pietro Fabbri comunicò a Garibaldi che i patrioti di Ravenna stavano organizzando una fitta rete di nascosti rifugi per condurlo in salvo.

La grande avventura dei santalbertesi era finita. L'Italia si ricordava di loro solo nelle celebrazioni ufficiali, per un atto di dovuto rispetto e nulla più. Solo molti anni dopo, e a pochi, che si trovavano in uno stato di drammatica povertà.
Nel 1999, nella ricorrenza del 150° anniversario dell'avvenimento, il Comitato delle Celebrazioni ha provveduto a ricordare Fabbri e gli altri patrioti con una lapide che ricorda il loro gesto: "il suo significato tramandato ad oggi è: accettazione cosciente ed immediata, a rischio di tutto, per un ideale espressione di umana solidarietà contro qualsiasi oppressore". (fonte: capannogaribaldi.ra.it)