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LE SCUOLE DI VETERINARIA E LA LINGUA ITALIANA

LE SCUOLE DI VETERINARIA E LA LINGUA ITALIANA
Francesco Sabatini, storico della lingua italiana, attribuisce alla letteratura scientifica e alla medicina veterinaria un ruolo nei processi culturali per l'unificazione della civiltà e della lingua italiana. Giovanni Battista Ercolani, veterinario e patriota, ebbe un ruolo considerevole. Come lui Francesco Toggia, il "veterinario di Cavour". Con l'Unità d'Italia le Scuole di veterinaria riconosciute furono ridotte a tre.

"Supponete dunque che ci troviamo cinque o sei milanesi in una casa, dove stiamo discorrendo, in milanese, del più e del meno. Capita uno e presenta un piemontese, o un veneziano, o un bolognese o un napoletano o un genovese e, come vuol la creanza si smette di parlar milanese, e si parla in italiano". (Alessandro Manzoni, scritti sulla questione della lingua italiana).

L'Unità d'Italia fu anche caratterizzata dalla ricerca di una unità linguistica alla quale non si dedicarono solo i letterati e per la quale non fece da modello solo il fiorentino letterario.

Secondo Francesco Sabatini, storico della lingua e presidente d'onore dell'Accademia della Crusca, in un avvenimento così incisivo, come l'unificazione d'Italia i fondamenti di una nuova civiltà, la civiltà italiana, si trovavano nei processi storici e secolari "di commerci, di tecnologia marinara, di arti, di lettere, di pensiero giuridico, filosofico e scientifico (nella matematica, nella medicina, nella veterinaria)". "Filo continuo di questa civiltà fu la lingua: una nuova lingua, in costante sforzo di emancipazione e in graduale acclimatazione nel resto d'Italia. (...)".

Certo, venne inizialmente acquisita solo da un ridottissimo ceto sociale e dalla nuova cultura scientifica europea; quella lingua divenne lo strumento, afferma Sabatini "della riflessione corposa e veridica della foltissima schiera di fisici, matematici, geologi, chimici, astronomi, biologi, anatomici, patologi, antropologi, sociologi, pedagogisti, filosofi, economisti, giuristi di nuovo conio, storici, linguisti, che costellarono il panorama culturale italiano da Torino a Venezia a Palermo nell'intera età del nostro Risorgimento".

Fra queste figure, la storia della medicina veterinaria ricorda il Conte Giovanni Battista Ercolani (1819 - 1883, nella foto) medico e veterinario bolognese, autore di numerose pubblicazioni. Ercolani ebbe importanza considerevole nello sviluppo scientifico della medicina veterinaria italiana. Fervente patriota e seguace delle idee del Mazzini, partecipò attivamente ai moti del 1848. Patriota nonchè anatomo - patologo, Ercolani fu esule in Piemonte, a causa della partecipazione ai moti del 1848, è da considerare come l'artefice di maggior spicco per dare una base culturale elevata all'insegnamento della veterinaria nel nostro Paese. Fu cofondatore nel 1852 del "Giornale di Medicina Veterinaria". Molti docenti di veterinaria furono patrioti e aderirono alle idee libertarie del Risorgimento, come Antonio Alessandrini a Bologna che di Ercolani fu maestro e morì proprio nell'anno della proclamazione del Regno d'Italia.

E poi Toggia Francesco (1725 - 1825) frequentatore di Casa Cavour, una delle personalità della cerchia del Conte Camillo Benso. Toggia è considerato il più distinto allievo della primitiva Scuola Piemontese di Veterinaria conosciuto non solo in Italia ma anche in altri paesi d'Europa. Iscritto a parecchie società letterarie, promosse studi sulla sua professione e lasciò saggi ed osservazioni, soprattutto sulle malattie dei bovini e degli equini (circa una cinquantina, in italiano e in francese). Divenne Direttore Veterinario dell'Armata di Sua Maestà con i Savoia, e per circa mezzo secolo fu un celebre clinico con numerosi riconoscimenti anche all'estero.

Edizioni originali di testi di medicina veterinaria di Toggia e di Ercolani sono consultabili su Google Libri.

Con l'Unità d'Italia gli studi veterinari vennero riorganizzati secondo un piano unitario. Con il regolamento Mamiani dell'8 dicembre 1860 furono riconosciute come Scuole Superiori di Medicina Veterinaria solamente Torino, Milano e (con Regio Decreto 24 settembre 1861) Napoli. Tutte le altre Scuole furono definite scuole secondarie.

"Anche dopo il 1861, data dell'unificazione del Paese- scrive Ruggero Benassi-  gli staterelli, ducati e granducati del Nord e Centro Italia andranno ad organizzare un numero eccessivo di Scuole". Queste le città sedi di Scuole Veterinarie prima dell'Unità d'Italia: Padova 1765, Torino 1769, Parma 1776, Bologna 1783, Ferrara 1786, Modena 1791, Milano 1791, Napoli 1795, Roma 1806, Pavia 1817, Pisa 1818, Camerino Perugia-Urbino-Macerata 1826. (Storia della Medicina Veterinaria, Ruggero Benassi, edizione a cura di FNOVI, luglio 2010).