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MILLEPROPROROGHE, APA E ARA SENZA FINANZIAMENTI

MILLEPROPROROGHE, APA E ARA SENZA FINANZIAMENTI
Il Governo pare deciso a non inserire il finanziamento alle associazioni allevatori nel decreto "Milleproroghe", attualmente in discussione in Senato. Apa e Ara: "Il governo ci taglia dal Milleproroghe. Sicurezza alimentare e posti di lavoro a rischio. Pronti a scendere in piazza".

Il Governo pare deciso a non inserire il finanziamento alle associazioni allevatori nel decreto "Milleproroghe", attualmente in discussione in Senato. Le associazioni provinciali e regionali degli allevatori sono in fermento e si dicono pronte a scendere in piazza.

L'Associazione Provinciale Allevatori di Novara e Vercelli- si legge in una nota firmata dal presidente Apa Gianni Simonotti - si unisce a tutto il Sistema Allevatori Italiano di fronte alle ultime notizie che giungono dalla politica italiana, "non possiamo credere che la politica sia così miope da abbandonare gli allevatori decidendo di non destinare più risorse economiche al sistema zootecnico nazionale".

Sino all'anno scorso lo Stato investiva 65milioni di euro per promuovere la sicurezza alimentare, il miglioramento genetico, il benessere animale e la competitività delle stalle italiane. Oggi i fondi passano improvvisamente a "zero". - è l'allarme lanciato dall'Apa -. "Speriamo che il mondo politico abbia ben chiaro cosa rischia il sistema Italia, se gli allevatori verranno privati di queste risorse, necessarie per garantire al consumatore i livelli qualitativi e gli standard di sicurezza alimentare che oggi possiamo offrire a tutta la società. L'emergenza mozzarella blu e la presenza sul mercato di carni suine estere alla diossina testimoniano l'esigenza di investire in questa direzione con continuità e senza pericolosi cambi di rotta. Chi ha scelto di cancellare le risorse per il sistema allevatori è consapevole del fatto che, dalla sera alla mattina, non potremo più garantire un'attività che la Cassazione stessa ha definito di rilevante interesse pubblico.

Non vi è giorno - prosegue la nota - in cui il mondo politico e produttivo auspica investimenti a favore della competitività, ma poi, al momento di decidere, con un colpo di spugna si smantella un sistema efficiente, che ha saputo crescere negli anni e che oggi è fra i più performanti al mondo". Secondo Apa questo taglio comporta la cancellazione di un lavoro lungo 60 anni che riguarda quasi 2 milioni di bovini controllati e circa 80.000 aziende aderenti al sistema allevatori, oltre a 2500 posti di lavoro che non godendo di alcun ammortizzatore sociale si troverebbero dalla sera alla mattina senza alcun sostentamento.
"La nostra Associazione è pronta a mobilitare tutti gli allevatori del territorio per una protesta pubblica - sostiene Simonotti - affinché si possa evitare un danno gravissimo ai cittadini ed ai consumatori in particolare, oltre ovviamente a tutto il sistema zootecnico italiano che, sicuramente, si potrà ripercuotere anche sul futuro delle nuove generazioni di allevatori che rappresentano la linfa vitale del nostro sistema".

L'ARA ( Associazione Regionale Allevatori) in Abruzzo evidenzia che sono circa 2.500 gli allevatori aderenti all'Associazione Regionale Allevatori, che vedranno interrotto il sostegno alla loro attività di produttori di alimenti zootecnici (latte, carne, formaggi..) sicuri, tracciati ed etichettati "made in italy".

 

Pietro Molinaro, presidente regionale della Coldiretti, componente della Giunta dell'Associazione Nazionale Allevatori e presidente dell'Associazione Allevatori di Cosenza, sui tagli dichiara: ''Il decreto milleproroghe ha cancellato risorse economiche da destinare alle associazioni allevatori e in Calabria in particolare dove il comparto zootecnico e' il quarto per importanza economica rischia di collassarsi con un grave danno per gli allevatori mettendo altresi' a rischio la sicurezza alimentare, le molte e apprezzate produzioni zootecniche di qualita' e i premi comunitari. E' una decisione che non ha senso e provochera' a dir poco sfiducia negli allevatori impegnati ad investire sul rinnovamento genetico, il benessere animale, contribuendo altresi' a spopolare aree interne della nostra regione dove sono situate la stragrande maggioranza degli allevamenti''. ''Non possiamo accorgerci - continua - dell'importanza dei nostri allevamenti solo in presenza di emergenze sanitarie se poi azzeriamo con un colpo di spugna investimenti capaci di garantire elevati standard qualitativi. La Calabria da questa improvvida decisione ne esce fortemente penalizzata e quindi occorre mettere subito riparo per continuare a dare certezze agli allevatori della nostra regione sia in termini produttivi che occupazionali''.