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CARNI, I GIORNALISTI NON SANNO LEGGERE I DATI

CARNI, I GIORNALISTI NON SANNO LEGGERE I DATI
I giornalisti non sanno leggere i piani di controllo del Ministero della salute sulle carni e citano a sproposito i dati, confondendo percentuali di controllo campionario con dati d'insieme. Pianeta carne in onda su Rai 3 ripropone le tesi della pseudo-inchiesta I dispiaceri della carne. E persevera nell'errore.

I giornalisti non sanno leggere i piani di controllo del ministero della salute sulle carni e citano a sproposito i dati, confondendo percentuali di controllo campionario con dati d'insieme.

L'ennesima conferma viene da "Pianeta carne" in onda su Rai 3, dove vengono riproposti gli errori già commessi nella pseudo-inchiesta I dispiaceri della carne, sulla quale c'era già stata una presa di posizione della Fnovi.

Affermare che in Italia viene controllato lo 0,5% dei bovini al macello, lo 0,05% dei suini e lo 0,03% dei volatili è clamorosamente falso. Un errore grossolano che si perpetua in pseudo-inchieste giornalistiche che non conoscono i principi fondamentali della sicurezza alimentare in Europa e in Italia.

I consumatori siano certi che tutti i singoli animali destinati alla macellazione sono sottoposti a visita ispettiva, ante e post mortem. Analisi aggiuntive, a campione, vengono svolte ad ulteriore garanzia del consumatore. Le percentuali campionarie vengono statisticamente e scientificamente definite sulla base del principio di precauzione e sulla base dell'analisi del rischio e della classificazione del rischio, azienda per azienda e filiera per filiera.

Si vedano al riguardo il Regolamento europeo 178- in vigore e vincolante
per l'Italia dal 2002- che ha radicalmente modificato l'approccio ai controlli e il "pacchetto igiene", un pacchetto di norme europee che ha acceso i riflettori sull'uso, corretto ed indispensabile, del sistema di autocontrollo in tutte le fasi della produzione, dal campo alla tavola.

Un ulteriore rafforzamento della sorveglianza epidemiologica si compirà a breve
con l'istituzione del veterinario aziendale. La stampa si occupi di questo piuttosto che gettare allarmismo nei consumatori (Comunicato stampa ANMVI).