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MUSICA IN SALA D’ATTESA? SI PAGANO I DIRITTI SCF
Secondo il Tribunale di Milano la musica radiodiffusa nelle sale d'attesa degli studi professionali equivale ad una "pubblica diffusione" al pari di quella dei locali pubblici. Professionista condannato a pagare i diritti d'autore alla SCF, il Consorzio Fonografici. ANMVI: sbagliato equiparare gli studi professionali ai luoghi pubblici. I pazienti non sono "pubblico".
L'equiparazione di uno studio professionale ai luoghi pubblici non è concettualmente corretta ed espone il professionista ad una serie di obblighi e balzelli che non hanno nulla a che vedere con il carattere privato di ambienti dove non si socializza, non si consuma, non si erogano prestazioni collettive, ma prestazioni sanitarie intellettuali e individuali che il libero professionista rende nella struttura di sua privata proprietà.
Non è così per Saverio Lupica, Presidente di SCF, il Consorzio Fonografici che ha vinto la sua battaglia al Tribunale di Milano: "Il Tribunale ha stabilito una cosa importante, che uno studio ( dentistico in questo caso, ndr) così come qualsiasi luogo pubblico in cui viene diffusa musica, è soggetto al pagamento dei diritti discografici anche se l'accesso è condizionato da appuntamento". SCF dichiara di voler avviare un confronto con i professionisti, ma intanto ANDI (Associazione Nazionale Dentisti Italiani) che si è battuta per difendere il proprio associato è stata trascinata in un contenzioso giudiziario e si è vista costretta ad interrompere la trattativa.
Il Tribunale di Milano ha confermato la tesi di SCF: la diffusione della musica all'interno di studi professionali privati rappresenta una forma di "pubblica utilizzazione"; l'elemento discriminante è la messa a disposizione delle registrazioni radiografiche ad un "pubblico di persone". La clientela di un dentista per i giudici è "pubblico" in quanto appare potenzialmente indeterminata sia nel numero sia nella composizione. Il fatto che l'accesso avvenga in modo programmato, su appuntamento, è solo una modalità organizzativa.
ANMVI ha interessato i propri legali per verificare l'effettiva equiparabilità delle strutture veterinarie - e sanitarie in generale- ai luoghi pubblici.