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PER GLI AVVOCATI LA LEGGE BERSANI NON C’E’ PIU’

PER GLI AVVOCATI LA LEGGE BERSANI NON C’E’ PIU’
Ripristinate in Senato le tariffe minime. Per gli avvocati avranno valore di "indice" del valore della prestazione. L' OUA: voltiamo pagina sulle false liberalizzazioni. La Bersani perde pezzi anche in Cassazione: censurata l'iniziativa pubblicitaria di ALT Assistenza Legale per tutti. No a slogan suggestivi ma lesivi del decoro professionale.

L'Assemblea del Senato ha concluso l'esame del disegno di legge di riforma dell'ordinamento forense (testo proposto dalla Commissione Giustizia e frutto dell'esame dei ddl presentati n. 601, 711, 1171 e 1198). Gli avvocati si dispongono celermente a cambiamenti sostanziali per la loro professione dall'esame di Stato al procedimento disciplinare, dalle riserve esclusive alle società di capitali (che restano vietate).

Ma è soprattutto la disciplina dei compensi che avrà un prevedibile impatto sull'intero mondo professionale. Cadono infatti molti punti della Legge Bersani a partire dal ripristino delle tariffe minime ( e massime) intesi come "indici" da articolare in rapporto al tipo di prestazione e al valore della pratica. In discussione con il Ministero della Giustizia c'è poi un aggiornamento degli importi. Secondo il Presidente dell'OUA, Maurizio De Tilla "voltiamo pagina sulle false liberalizzazioni, cancellando la Legge Bersani e si ritorna al buon senso sulle tariffe minime".

E sempre in questi giorni, un'altra sonora sconfitta per la Legge Bersani viene dalla Cassazione, e riguarda la pubblicità. Censurando definitivamente l'esperienza di "ALT - Assistenza Legale per tutti", i giudici della Suprema Corte ( va notato a Sezioni Unite) hanno dato ragione all'Ordine di Brescia che aveva sanzionato disciplinarmente i professionisti autori dell'iniziativa: suggestiva, ma volta a catturare la clientela "sfruttando un riflesso emotivo irrazionale del pubblico, equivoca anche sul messaggio "prima consulenza gratuita" mentre in realtà di forniva solo un primo generico inquadramento del problema.

L'Ordine forense di Brescia si è rifatto all'articolo 38 dell'rdl1578/1993 che vieta di "effettuare alcuna forma di pubblicità con slogan evocativi o suggestivi, privi di contenuto informativo professionale e quindi lesivi del decoro e della dignità professionale". Violazioni commesse dall'esperienza di ALT.