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FRIULI, DOPO 20 ANNI NUOVA LEGGE SU TUTELA ANIMALE

FRIULI, DOPO 20 ANNI NUOVA LEGGE SU TUTELA ANIMALE
A vent'anni dalla legge regionale sulla tutela degli animali da compagnia, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si appresta a far confluire due proposte di legge in un testo unico. Censimento, anagrafe, colonie feline e strutture di ricovero i punti cardine dell'innovazione legislativa.

A vent'anni dalla legge regionale sulla tutela degli animali da compagnia, il Consiglio regionale del Friuli Venezia Giulia si appresta a varare una nuova legislazione. La finalità principale delle due proposte di legge sulla tutela degli animali da compagnia giunte all'attenzione della III Commissione consiliare presieduta da Giorgio Venier Romano (UDC) è adeguare, dopo 20 anni esatti dalla sua approvazione, la legge regionale n. 39 che, in particolare, ha istituito l'anagrafe canina.

I due provvedimenti saranno esaminati da un Comitato ristretto che avrà il compito di preparare un testo unico.


A entrare nei dettagli della prima proposta di legge, intanto, è stato Roberto Novelli (Pdl), firmatario del provvedimento con il collega Franco Dal Mas e lo stesso Venier Romano (UDC). Tra le modifiche, quella all'iscrizione all'anagrafe canina con la definizione della Banca dati regionale (BDR), introducendo l'obbligo di registrazione entro 60 giorni dalla nascita dell'animale (il compito sarà, dunque, di chi possiede la madre, dato che il cucciolo non potrà essere ceduto prima del sessantesimo giorno di vita), o entro 10 giorni dall'acquisto per gli esemplari che non siano già registrati nella BDR o di provenienza estera.
Si introduce l'obbligo, per i veterinari, di accertare che l'animale sia provvisto di microchip.
All'interno della BDR viene istituita la banca dati regionale per gli animali da compagnia diversi dai cani. Per questi ultimi, la registrazione diviene obbligatoria qualora, sulla base di normative nazionali o europee, sia obbligatoria la loro identificazione, come nel caso del trasporto al di fuori del territorio nazionale, ed è prevista su base volontaria in tutti gli altri casi.
Attualmente, si rileva una carenza nella disciplina delle colonie feline. Per questa ragione è stato loro dedicato un articolo con cui si modifica la normativa vigente individuando il Comune come soggetto responsabile del censimento delle colonie e degli interventi di carattere sanitario (ora sono di competenza dell'Azienda sanitaria), che si potrà comunque avvalere di determinati soggetti esterni. Ai Comuni, inoltre, è data facoltà di istituire un elenco di volontari disposti ad accudire le colonie feline.
Per quanto riguarda le strutture di ricovero per gli animali ritrovati per i quali non sia possibile identificare il proprietario, viene garantito l'accesso alle strutture, a fini ispettivi e di controllo, anche al sindaco di un Comune convenzionato o a un suo incaricato. Con regolamento, si determineranno le caratteristiche delle strutture di ricovero e le modalità di gestione delle stesse, spese incluse.
Si crea un registro di carico e scarico obbligatorio per tutte le strutture di ricovero o custodia, e per gli esercizi per il commercio degli animali da compagnia.
A tutela dell'acquirente, è introdotto l'obbligo di rilascio, per ogni animale venduto, di un'autocertificazione da parte del venditore attestante età, razza, provenienza, genealogia, vaccinazioni eseguite e l'eventuale iscrizione dei genitori al libro genealogico.
A tutela di tutti gli animali da compagnia, viene esteso il divieto di cessione a scopo di sperimentazioni o spettacoli, che la legge regionale 39/1990 aveva previsto solo per i cani.
Agli animali vaganti catturati deve essere subito inserito il microchip e restituiti al proprietario, quando identificabile; a questo scopo, è obbligatorio che i comandi di polizia locale si dotino di un dispositivo di lettura di microchip.
Infine, per promuovere l'affido degli animali abbandonati, è inserita nel BDR la sezione informatizzata "Adotta un amico" dove devono essere registrati gli animali contestualmente al loro ricovero presso una struttura pubblica o privata convenzionata.

La seconda proposta di legge sulla tutela degli animali porta la firma della Lega Nord, primo a sottoscriverla Federico Razzini, mette l'accento sul tema dal punto di vista dell'igiene pubblica. Spiega Ugo De Mattia: "Con la nostra proposta, alla Regione va il compito di promuovere il benessere e il rispetto della vita animale, finanziare le opere per il risanamento e la costituzione di rifugi per cani e gatti, nonché indirizzare l'attività dei Comuni: sono ancora pochi quelli che si sono dotati del regolamento per la tutela e il benessere animale, perciò sarà la Regione a elaborare le linee guida. Le Province coordineranno le attività svolte dai Comuni, in particolare per quanto attiene i Piani di prevenzione e di controllo del randagismo".

Il responsabile del benessere dell'animale è il suo detentore, che dovrà provvedere alla sua sistemazione e alle cure, tenendo conto dei suoi bisogni fisiologici, dell'età e della razza. Sono modificati i criteri per il rilascio del nulla osta per le attività di allevamento e di commercio: attualmente, per un cane di peso inferiore ai 10 chilogrammi è richiesto siano messi a sua disposizione un metro quadro di superficie coperta e sino a 1,5 metri quadri di superficie adiacente per il movimento, eventualmente da condividere con altri esemplari, ma un cane che supera i 30 kg può essere custodito all'interno di un box di circa 2 metri quadri e godere di uno spazio per la sgambatura di soli 2,5 metri quadri. Per la Lega, ciò è inaccettabile e propone l'assoggettamento delle strutture volte a ospitare attività commerciali ai medesimi requisiti (che saranno stabili con regolamento dalla Giunta regionale) per le strutture destinate al ricovero dei randagi.
Si attribuisce al Sindaco la possibilità di provvedere al ritiro e al ricovero non solo dei cani, ma anche dei gatti detenuti in condizioni tali da causare disagio all'animale o da non garantire la sicurezza o l'igiene pubbliche. Il ricovero dovrà avvenire all'interno delle oasi feline, ovvero degli spazi verdi adeguatamente recintati. Tali strutture, inoltre, dovranno ottenere l'autorizzazione sanitaria e dovrà essere nominato un veterinario quale responsabile sanitario.
E ancora, i Comuni dovranno rispettare dei criteri di prelazione nell'affidamento della gestione delle strutture di ricovero; dovranno attuare i Piani per il controllo del randagismo elaborati in collaborazione con le Province; promuoveranno interventi di sterilizzazione anche per gli animali di proprietà, prevedendo di contribuire alle spese sostenute da chi si avvale dei veterinari convenzionati. Nell'ambito dei corsi di formazione e di aggiornamento della polizia locale e del personale delle Aziende per i servizi sanitari, vi sarà attenzione alla tutela del benessere animale. L'intero capo IV della proposta di legge è dedicato alla tutela dei gatti liberi. In particolare, le colonie feline devono essere censite e iscritte presso un registro curato dal Comune, e le aree presso cui tali colonie stanziano regolarmente vanno riconosciute e individuate dai Comuni quali zone protette ai fini della cura e dell'alimentazione degli animali.

La gestione degli esemplari può essere affidata agli enti e alle associazioni onlus iscritte al registro regionale. I Comuni possono riconoscere il ruolo dei cosiddetti gattari (persone che volontariamente e gratuitamente si occupano delle colonie) mediante il rilascio di un tesserino di riconoscimento.

Il Servizio di vigilanza zoofila che proponiamo di istituire - ha aggiunto De Mattia - è un'altra grande novità. La Regione sarà posta a capo di tale servizio, ma la sua organizzazione sarà attribuita ai Comuni. Faranno parte del Servizio esclusivamente persone volontarie che, assunta la qualifica di guardia giurata, svolgeranno attività informativa sulla legislazione in materia di tutela degli animali, concorreranno alla protezione degli animali, offriranno la propria disponibilità agli enti competenti per collaborare in opere di soccorso e di recupero degli animali, accerteranno e sanzioneranno le violazioni delle disposizioni in materia. Saranno i Comuni a organizzare i corsi di formazione per i volontari che intendono sostenere l'esame per la nomina a guardia giurata.