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SEQUESTRO ANIMALE, INTERROGAZIONE SUL CASO FORLI’

SEQUESTRO ANIMALE, INTERROGAZIONE SUL CASO FORLI’
Alla fine di agosto il servizio veterinario provinciale dell'Ausl di Forlì è stato oggetto di un'ispezione da parte di 4 agenti del Corpo forestale dello Stato. Interrogazione parlamentare al Ministro Galan dell'On Foti: l'azione del Corpo forestale dello Stato rischia di compromettere la credibilità e la professionalità dei medici veterinari dell'Ausl di Forlì.

L'On Tommaso Foti ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro delle Politiche agricole, alimentari e forestali sulle operazioni del Corpo Forestale dello Stato per presunto maltrattamento animale da parte dei responsabili del servizio veterinario provinciale dell'Ausl di Forlì.

Secondo l'interrogante "l'azione da parte degli agenti del Corpo forestale dello Stato, per come risulta dalle vicende oggetto del presente atto di sindacato ispettivo, rischia di compromettere la credibilità e la professionalità dei medici veterinari dell'Ausl di Forlì, l'attività dei quali - invece - sia per quanto riguarda la tutela della selvaggina, sia della salute pubblica, appare più che meritoria".

L'On Foti chiede al Ministro Giancarlo Galan "quali siano i motivi per i quali la documentazione esibita dai responsabili dei servizi veterinari, tra cui anche quella della provincia, ente legittimo disporre della gestione della selvaggina, non viene ritenuta idonea dagli appartenenti al Corpo forestale dello Stato"; e inoltre, "quali siano i motivi per i quali un animale definito «pericoloso» sia stato lasciato nello stesso recinto in cui è stato rinvenuto, senza adottare misure di contenimento particolare".

I fatti risalgono alla fine di agosto, quando il servizio veterinario provinciale dell'Ausl di Forlì è stato oggetto di un'ispezione da parte di 4 agenti del Corpo forestale dello Stato, in relazione ad un asserito esposto anonimo pervenuto alla sede del Corpo riguardante la detenzione di 2 cigni da parte del servizio veterinario medesimo. I responsabili del servizio veterinario chiarivano agli agenti che il cigno maschio era stato loro affidato dal gestore del parco urbano di Forlì a seguito patologie recidivanti al petto e alle ali, mentre la femmina era stata acquistata - a loro spese - dai responsabili stessi da un venditore autorizzato, come attestato dalla fattura da quest'ultimo emessa.

Nei giorni seguenti il direttore dell'area A del servizio veterinario dell'Ausl di Forlì, veniva raggiunto da un avviso di garanzia, essendo stata ipotizzata la violazione dell'articolo 727 del codice penale, mentre i cigni venivano posti sotto sequestro sempre il servizio in questione.

Il 10 ottobre 2010, sette agenti del Corpo forestale dello Stato, si recavano presso l'abitazione del direttore dell'area B del servizio veterinario dell'Ausl di Forlì e dichiaravano di dovere eseguire un «intervento di accertamento urgente» per detenzione di «animale pericoloso»: nel terreno di sua proprietà era ospitato un capriolo maschio adulto.

Esibita agli agenti la documentazione idonea a giustificare la presenza del capriolo, gli agenti del Corpo forestale dello Stato disponevano il sequestro dell'animale " incomprensibilmente lasciato in loco, nelle stesse condizioni riscontrate al momento dell'intervento e senza che si provvedesse alla nomina di alcuno quale custode" e procedevano con l'iscrizione dei veterinari responsabili nel registro degli indagati.