Si attendono i risultati dai laboratori dell'IZS di Puglia e Basilicata, dove sono stati inviati i campioni encefalici prelevati sui tre cavalli che gareggiavano all'Ippodromo di Taranto abbattuti nei giorni scorsi. Dopo i titoli preoccupati sui giornali, l'Ordine di Taranto invita alla calma nell'affrontare "un possibile sviluppo, di una patologia ben nota a tutti coloro che operano in questo settore".
C'è grande preoccupazione nel mondo dell'ippica tarantina - scrivono i giornali- per l'infezione di herpes che ha colpito tre cavalli da trotto che gareggiavano all'Ippodromo Paolo VI di Taranto. Gli animali sono già stati sottoposti a eutanasia assistita. Le risposte dovrebbero arrivare già oggi dai laboratori dell'Istituto zooprofilattico di Puglia e Basilicata, dove sono stati inviati i campioni encefalici prelevati sugli esemplari abbattuti.
Intanto, l'Ordine dei Veterinari di Taranto, fa sapere che il Servizio Sanitario Nazionale di Taranto ha ritenuto opportuno sequestrare la struttura (Ippodromo Paolo VI) disponendo il cordone sanitario. Questo significa divieto assoluto all'ingresso di nuovi animali nella struttura. Quelli presenti potranno invece gareggiare regolarmente. Tale chiusura avrà la durata di 21 giorni a partire dalla data del decesso del soggetto e terminerà, perciò, salvo nuovi episodi accertati di malattia, martedì 16 novembre.
L'Ordine invita, pertanto, alla massima tranquillità nell'affrontare quello che è semplicemente un possibile sviluppo, di una patologia ben nota a tutti coloro che operano in questo settore.
Non ci sono disposizioni in merito alla possibilità o opportunità di vaccinare gli altri equidi e quelli presenti in ippodromo e quelli presenti nei maneggi, nelle scuderie o tenuti da privati, nella provincia di Taranto, per la quale si rimanda alla discrezionalità dei veterinari ippiatri operanti sul territorio.
Interpellata dal Corriere del Mezzogiorno, Maria Rosaria Manfredonia dell'Ordine dei medici veterinari della provincia di Taranto, che si occupa proprio delle patologie equine, non esprime pareri, almeno per ora. «Meglio parlare quando ci saranno posizioni ufficiali perché ad avventurarsi in quelle ufficiose si rischia di creare solo allarmismo. Aspettiamo il parere delle parti - dichiara la dottoressa - prima di lanciare preoccupazioni che allo stato delle cose non hanno ancora un riscontro».