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SIVE: VIA IL CAVALLO DAL NUOVO REDDITOMETRO

SIVE: VIA IL CAVALLO DAL NUOVO REDDITOMETRO
Il cavallo è nel mirino dell'Agenzia delle entrate che, in Piemonte, sta facendo numerosi accertamenti sui proprietari. Per il redditometro avere un cavallo, anche se è in pensione, denota "una capacità contributiva significativamente superiore a quella dichiarata". ANMVI E SIVE a Tremonti, Galan e Martini: una sconfitta per la tutela degli equidi, il cavallo esca dal nuovo redditometro.

Il Fisco continua a considerare gli animali una fonte di gettito e a penalizzarne il possesso. Il Consiglio Direttivo della SIVE, riunito ieri a Cremona, ha affrontato la questione del redditometro. In questi giorni, infatti, i veterinari della Società Italiana Veterinari per Equini sono stati raggiunti da segnalazioni di proprietari di cavalli, soprattutto piemontesi, sui quali il Fisco sta conducendo accertamenti fiscali.

In una lettera inviata ai Ministri Tremonti e Galan e al Sottosegretario Francesca Martini, l'ANMVI e la SIVE parlano di "sconfitta per la tutela degli equidi" e chiedono che il cavallo sia tolto dagli indicatori nel nuovo redditometro in preparazione all'Agenzia delle Entrate.

Anacronistico status del cavallo

Il redditometro, strumento caro all'Agenzia delle Entrate per verificare le discrepanze fra reddito dichiarato e tenore di vita, considera il cavallo, al pari di uno yacht, fra gli "elementi denotanti una capacità contributiva significativamente superiore a quella espressa dai detti redditi dichiarati".
Questo vale, indifferentemente, per i cavalli mantenuti in proprio e per quelli in pensione, e senza tenere in nessuna considerazione la differenza fra il cavallo da reddito e il cavallo che svolge una funzione socialmente rilevante quando è d'affezione o da riabilitazione (ippoterapia).
E questo vale anche per il veterinario contribuente, spesso possessore di cavalli che non fanno gare, non sono destinati alla macellazione, non producono alcun reddito, semmai richiedono assistenza e cure per le quali si rinuncia ad altre spese, mettendo al primo posto il bene del cavallo.

"Sarebbe come misurare il reddito in base al numero di figli- dichiara il Presidente della SIVE Marco Livini- che confida in un ripensamento dell'Agenzia delle Entrate durante l'elaborazione del nuovo redditometro in base al Dl 78 del 2010. "L'Agenzia delle Entrate - prosegue Livini- è rimasta ferma ad una anacronistica visione del cavallo, il cui possesso non è più da tempo indice di un tenore di vita superiore, si consideri ad esempio la detenzione dei cavalli malati o sotto osservazione veterinaria".

Il redditometro cade in errore nel considerare il mantenimento di un cavallo a fine carriera, malato o solo da diporto, molto più oneroso di quello che in realtà è per chi lo detiene a casa propria e quindi presume un reddito superiore a quello dichiarato. 

A rischio la tutela del cavallo

Il Presidente della SIVE fa l'esempio dei cavalli sieropositivi all'anemia infettiva equina- tutelati nel loro benessere da un'ordinanza entrata in vigore proprio il 16 settembre e che denota l'importanza che il Ministero della Salute attribuisce alla salvaguardia del benessere animale.
"Considerare il cavallo un indicatore di reddito- aggiunge la SIVE- disincentiva il possesso del cavallo, rischia di incoraggiare l'abbattimento e depotenzia gli sforzi dell'Europa e dell'Italia per la creazione di una anagrafe equina basata sull'identificazione certa del cavallo.

Dati incompleti, controlli iniqui, colpiti i proprietari in regola

Un'altra critica al redditometro è che porta il Fisco a condurre verifiche inique, perché non si conosce nella sua esattezza il patrimonio equino nazionale. Non a caso l'ISTAT da ottobre farà partire un censimento per stimare la consistenza zootecnica delle imprese agricole: dato che l'anagrafe equina italiana non è completa e i cavalli registrati e presenti nella Banca Dati gestita dall'Unire non sono aggiornati alla totalità della popolazione equina, il Fisco si rivolge paradossalmente solo ai proprietari in regola.

In questo modo- fa notare la SIVE- si finisce per colpire proprio quei proprietari che hanno rispettato la legge e identificato il proprio animale come richiesto dall'Europa e dalle norme di sanità e prevenzione veterinaria nazionali. Non a caso il Consiglio dei Ministri proprio oggi discute le sanzioni per le violazioni al regolamento europeo sull'identificazione degli equidi. Il redditometro punisce proprio la regolarizzazione della proprietà del cavallo.

Addio rilancio dell'ippica

Con la svalutazione del cavallo a indicatore di reddito, se ne vanno in fumo anche le strategie di rilancio dell'ippica nazionale e dell'equitazione, un settore in crisi irreversibile se non verrà rimesso al centro delle manifestazioni il rapporto secolare che l'uomo ha con il cavallo e l'importanza di assicurare detenzione, cure e assistenza adeguate agli equidi.