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UNO STANDARD UNICO PER LA SICUREZZA ALIMENTARE

UNO STANDARD UNICO PER LA SICUREZZA ALIMENTARE
Fssc 22.000 è un certificato per gli standard di sicurezza alimentare nelle imprese che punta a rappresentare una piattaforma unica per l'Europa e per il mondo. Lo hanno messo a punto Federalimentare e Csqa, nell'ambito dell'iniziativa europea "Global Safety". Una lista comune di conformità per superare la frammentazione delle regole.

Arriva Fssc 22.000, un certificato per gli standard di sicurezza alimentare nelle imprese che punta a rappresentare una piattaforma unica per l'Europa e per il mondo, interrompendo una frammentazione di regole che ha finora ostacolato l'attività aziendale, soprattutto quella mirata all'export.

Lo hanno messo a punto, nell'ambito dell'iniziativa europea 'Global Safety', Federalimentare e Csqa, società leader nella certificazione delle imprese agroalimentari in Italia ed è stato presentato al Forum dei Giovani imprenditori di Federalimentare.

La nuova certificazione - spiega Daniele Rossi, direttore generale di Federalimentare - si basa su standard internazionali Iso ed ha quindi il pregio di poter venire riconosciuta a livello globale dai clienti Gdo. Federalimentare ha studiato per cinque anni questo sistema, ottenendo di recente l'approvazione della Global Food safety Initiative, l'organizzazione internazionale che raggruppa le industrie e le grandi catene di distribuzione. "L'Italia dimostra ancora una volta di essere leader in materia di sicurezza alimentare - sottolinea il neo-presidente di Federalimentare, Filippo Ferrua - La sicurezza alimentare è sempre stata assunta dagli imprenditori alimentari come un pre-requisito dei loro prodotti".

"E' un salvacondotto globale per le imprese che vogliono operare sui mercati internazionali senza problemi - osserva Dario Dongo, responsabile area legale Federalimentare - Fssc 22.000 è rappresentato da una parte generale sui requisiti standard e affronta anche i prerequisiti igienici richiesti alle aziende. Ora stiamo approntando regole per i vari comparti produttivi".

Annalisa Sassi, presidente dei Giovani di Federalimentare e responsabile commerciale ed export del gruppo Sassi di carni e prosciutti: "L'Italia è il Paese dove c'é più serietà nei controlli. Il Ministero della Salute ha sempre svolto con estrema competenza e serietà il compito di tutore e accertatore della sicurezza alimentare. Questi controlli del resto aiutano anche a mantenere la buona reputazione delle aziende".

"Le imprese - rileva Sassi - sono impegnate sia sul fronte del rispetto degli standard di certificazione di gestione degli impianti e processi produttivi, sia degli standard della sicurezza alimentare vera e propria dei prodotti e i controlli su entrambi i fronti sono stringenti. Nel macello della nostra azienda, per esempio, la sanità dei capi è controllata, oltre che dai nostri tecnici, da otto veterinari del Servizio sanitario nazionale che seguono le nostre operazioni dall'inizio alla fine". Sassi commenta inoltre positivamente il nuovo sistema di certificazione della sicurezza alimentare messo a punto da Federalimentare per offrire un unico schema nelle relazioni internazionali tra imprese e Gdo.

"Finiremo di avere - sottolinea il presidente dei Giovani di Federalimentare - il tecnico inglese che vuole mettere ai vetri delle retine di protezione per una maggiore sicurezza piuttosto che quello tedesco a cui di questo non importa niente e vuole invece una diversa taratura dei pesi. Una lista comune di conformità è sicuramente la benvenuta".