"Le due componenti del nostro Ordine professionale devono integrarsi". Il Vice Presidente dell'Ordine dei Veterinari di Verona, Giampaolo Morbioli, è intervenuto a Telenuovo nell'ambito dell'inchiesta "Fuffi quanto mi costi" sulle tariffe veterinarie. Nel corso del servizio del 13 settembre scorso, Morbioli, giudica "sbagliata" la comparazione tariffaria tra pubblico e privato sulla quale l'inchiesta ha insistito per molte puntate, mettendo in cattiva luce la libera professione veterinaria. Meglio parlare di "integrazione tra servizio pubblico e offerta privata", afferma il Vice Presidente dell'Ordine di Verona, perché hanno prerogative diverse: "Le due componenti principali del nostro Ordine- dice- devo integrarsi".
Quanto alle tariffe, quelle relative alle prestazioni di base" sono simili tra pubblico e privato", precisa Morbioli aggiungendo che le differenze ci sono in caso di prestazioni più impegnative che richiedono l'impiego di strumentazioni particolari e un livello di intervento tecnico professionale più complesso. "Noi come Ordine- aggiunge- preghiamo i nostri colleghi di sottoporre ai proprietari, in caso di interventi impegnativi il cosiddetto consenso informato", che spiega al proprietario "cosa viene fatto, perché viene fatto e quanto deve essere il costo".
Telenuovo cita l'IVA al 20% sulle prestazioni veterinarie e il rischio di impresa, sfiora il tema della libera professione veterinaria dei veterinari del Ssn e conclude ricordando che l'Ordine ha ancora il compito di valutare la congruità delle tariffe e che il servizio 24 ore dell'Ospedale veterinario di Padova è un requisito richiesto dall'Europa per la continuità delle attività didattiche universitarie.
Anche l'Ordine dei Veterinari di Padova, città sede dell'emittente televisiva come Verona, è intervenuto sulla vicenda. Il Presidente Lamberto Barzon ha inviato una richiesta di chiarimenti alla Facoltà di Medicina Veterinaria di Padova dopo le dichiarazioni a Telenuovo di un docente dell'Ateneo, dichiarazioni che arrecano "grave danno alla dignità e al decoro della professione".