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UNIVERSITA’ DI MESSINA, INTERROGAZIONE DI DI PIETRO

UNIVERSITA’ DI MESSINA, INTERROGAZIONE DI DI PIETRO
Il senato accademico dell'università degli studi di Messina ha deliberato la modifica dello statuto dell'ateneo per mantenere le attuali cariche accademiche. L'On Antonio Di Pietro ha presentato una interrogazione parlamentare al Ministro dell'Università per sapere se "ritenga o meno di esercitare la facoltà di rinvio con richiesta di riesame in relazione alla delibera di modifica dello statuto".

Il senato accademico dell'università degli studi di Messina ha approvato la modifica dello statuto dell'ateneo per mantenere le attuali cariche accademiche (proroga del mandato in corso di esaurimento del rettore e dei presidi). La delibera di modifica è ora alla verifica degli uffici preposti del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

Il primo luglio l'On Antonio Di Pietro ha presentato una interrogazione al Ministro dell'Università per sapere se "ritenga o meno di esercitare la facoltà di rinvio con richiesta di riesame in relazione alla delibera di modifica dello statuto".

Nel suo atto ispettivo, Di Pietro si rifà a numerosi articoli di stampa riguardanti le vicende del rettore dell'università di Messina, indagato fra l'altro per un concorso per ricercatore alla facoltà di veterinaria, il cui processo è attualmente in corso.


L'interrogante ricorda che il rettore è stato sospeso due volte dalle sue funzioni sia nel 2007 che nel 2009 dal giudice dell'udienza preliminare di Messina, "rientrando sempre al suo incarico e non presentando mai le dimissioni", sottolinea il parlamentare ricordando che "i dipendenti dell'università degli studi di Messina hanno inviato al Ministro interrogato un ricorso in opposizione alla richiesta di convalida delle decisioni assunte dal senato accademico, per la non approvazione del provvedimento stesso".

Di Pietro cita il Codice di comportamento dei dipendenti delle pubbliche amministrazioni, in base al quale «Il dipendente mantiene una posizione di indipendenza, al fine di evitare di prendere decisioni o svolgere attività inerenti alle sue mansioni in situazioni, anche solo apparenti, di conflitto d'interessi. Egli non svolge alcuna attività che contrasti con il corretto adempimento dei compiti d'ufficio e si impegna ad evitare situazioni e comportamenti che possano nuocere agli interessi o all'immagine della pubblica amministrazione.