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SARDEGNA, APPROVATE LE DIRETTIVE RANDAGISMO

SARDEGNA, APPROVATE LE DIRETTIVE RANDAGISMO
"Per la prima volta, abbiamo anche stabilito direttive per il randagismo felino, che è normato insufficientemente anche a livello nazionale." L'Assessore alla Sanità della Sardegna presenta le Direttive per la lotta al randagismo e la tutela degli animali d'affezione. Ruoli e compiti della veterinaria nei canili sanitari e nei canili rifugio. Convenzioni con le strutture private. La Giunta della Regione Sardegna ha approvato le direttive contro il randagismo. Il documento riserva un piano di intervento specifico ai gatti randagi. "Il randagismo, per l'impatto sulla salute pubblica, l'igiene urbana e veterinaria ed i potenziali pericoli per l'incolumità dei cittadini - ha spiegato l'assessore Liori - costituisce un problema sociale che determina anche importanti costi per la comunità".

La Giunta aveva già stanziato un milione di euro per l'attuazione del "Programma regionale di prevenzione", che prevede il controllo delle nascite attraverso l'incremento delle sterilizzazioni (almeno 5.000 in un anno) dei cani randagi e di quelli di proprietà in situazioni di elevato rischio di abbandono di cucciolate indesiderate, o che vivono in luoghi non confinati e privi di stretto controllo padronale; l'aggiornamento ed il potenziamento dell'anagrafe canina e lo sviluppo delle azioni di monitoraggio da parte delle Asl; la promozione del possesso responsabile dei cani e l'adozione, anche a distanza, di quelli ricoverati nei canili; l'adeguamento e l'incremento dei canili comunali; la promozione di soluzioni alternative, quali i cani di quartiere o di paese, con la previsione di forme di sostegno ai Comuni.


Spiega Liori: "Era necessario, soprattutto allo scopo di aumentare l'efficacia delle azioni di lotta, realizzare un documento di indirizzo regionale che consenta un'applicazione ed un'interpretazione univoca delle norme, individuando l'anagrafe canina, le sterilizzazioni, le adozioni e la formazione e l'informazione dei cittadini come strumenti di lotta. Per la prima volta, abbiamo anche stabilito direttive per il randagismo felino, che è normato insufficientemente anche a livello nazionale."

Il responsabile sanitario dei canili rifugio è un veterinario privato, convenzionato col Comune o col canile. L'utilizzo di risorse pubbliche per la sterilizzazione di animali privati può essere autorizzata nell'ambito di piani regionali finalizzati a combattere tale fenomeno, destinati a cagne o gatte di proprietà di nuclei familiari economicamente disagiati o detenute senza una custodia costante, e sulla base di precisi criteri di analisi del rischio opportunamente stabiliti dall'Assessorato regionale dell'Igiene e Sanità. In caso di affidamento delle convenzioni a strutture private, nell'assegnazione degli incarichi si deve cercare di concentrare gli interventi in un numero limitato di strutture, al fine di consentire la realizzazione di economie di scala nell'approntamento dei preventivi.

Per favorire le adozioni dai canili, è possibile attivare specifiche incentivazioni anche di carattere economico: per esempio, sotto forma di buoni per alimenti per cani o per prestazioni veterinarie (da preferirsi ove possibile agli incentivi in denaro). Si prevede un servizio di pronto soccorso solo per cani e gatti randagi. Interventi specifici sono previsti per la formazione e l'educazione, si prevede, fra l'altro, che i servizi veterinari delle ASL organizzino corsi per formatori, rivolti ai docenti scolastici.

Le Direttive approvate dalla Giunta toccano anche numerosi aspetti di tutela e benessere animale. Una particolare attenzione è riservata all'eutanasia, non solo per quanto riguarda i randagi, ribadendo per questi ultimi che l'eutanasia non é accettata quale metodo di controllo della popolazione canina.

 

Allegati
pdf DIRETTIVE IN MATERIA DI LOTTA AL RANDAGISMO E PROTEZIONE ANIMALI D'AFFEZIONE.pdf