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CODICE DELLA STRADA, NON PASSA LO STATO DI NECESSITA'

CODICE DELLA STRADA, NON PASSA LO STATO DI NECESSITA'
Sarà riproposto in Assemblea l'emendamento che riconosce lo "stato di necessità" per il trasporto di un animale in gravi condizioni di salute. La Commissione Lavori Pubblici del Senato l'ha respinto. Comunicato stampa ANMVI: non approvarlo in Aula sarebbe un grave disconoscimento del diritto di cura del paziente animale.
La tutela del paziente animale non entra nel Codice della Strada. Con il parere favorevole del relatore, Sen Cicolani, la Commissione Lavori Pubblici del Senato ha respinto l'emendamento che riconosce lo "stato di necessità" per il trasporto di un animale in gravi condizioni di salute.

Dopo la bocciatura in Commissione, l'emendamento presentato dalla Senatrice Silvana Amati e sottoscritto da altri nove senatori (Marco Filippi, Donaggio, Fistarol, Magistrelli, Morri, Papania, Sircana, Vimercati, Zanda), può solo essere riproposto all'Assemblea di Palazzo Madama.

L'emendamento (in forma di comma aggiuntivo al comma 2 dell'articolo 22) recita: "Il trasporto di un animale, certificato anche successivamente al fatto, come in gravi condizioni di salute è effettuato in stato di necessità ai sensi dell'articolo 4 della legge 24 novembre 1981 n. 689». La Legge 689 prevede che non risponda di violazioni amministrative chi ha commesso il fatto "nello adempimento di un dovere o nell'esercizio di una facolta' legittima ovvero in stato di necessita' o di legittima difesa".

L'ANMVI sostiene l'emendamento, data la frequente condizione del medico veterinario che deve trasportare il paziente animale in condizioni di urgenza ma subisce sanzioni per infrazioni al codice della strada che ad oggi non contempla lo  "stato di necessità".

L'Associazione si appella in un comunicato stampa a tutti i Senatori: non approvare questa modifica sarebbe un grave disconoscimento del diritto di cura del paziente animale in condizioni di gravità e di urgenza. Il Legislatore darebbe prova di minore sensibilità rispetto a quella dimostrata dalla giurisprudenza che ha più volte riconosciuto la non sanzionabilità del medico veterinario.