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VETERINARIO INDAGATO: HO LA COSCIENZA A POSTO

VETERINARIO INDAGATO: HO LA COSCIENZA A POSTO
"Gli abbiamo dato una chance. Ho sbagliato? Meglio forse voltare la testa dall'altra parte, ipocritamente?" Intervistato da La Stampa uno dei veterinari indagati per corruzione nel traffico di 200 cuccioli dall'Est dichiara: «Credo di non aver commesso nulla di grave, semmai un'irregolarità di carattere amministrativo, ma con la coscienza mi sento completamente a posto». Mario (nome di fantasia) è uno dei veterinari torinesi indagati per corruzione nel'ambito di una maxi inchiesta sul traffico di cuccioli. Avrebbe firmato i documenti che certificavano l'età del cane, la documentazione clinica, i dati di provenienza. Il quotidiano La Stampa gli ha rivolto tre domande.

Come si difende?
«Credo di non aver commesso nulla di grave, semmai un'irregolarità di carattere amministrativo, ma con la coscienza mi sento completamente a posto».

Perché?
«Immaginiamo per un istante il futuro di questi cani arrivati in Italia clandestinamente, immaginiamo quale potrebbe essere il loro destino se non venissero acquistati in brevissimo tempo, adottati, insomma in qualche modo salvati da una fine orribile. Allora, qualcuno di noi li ha messi in condizione di poter sopravvivere in modo dignitoso, di non aggravare la loro situazione. Sono esseri viventi fragilissimi, spesso malati. Totalmente indifesi. Molti ora sono salvi, stanno bene, si sono ripresi. Gli abbiamo dato una chance. Ho sbagliato? Meglio forse voltare la testa dall'altra parte, ipocritamente?

Va bene, però, questo è anche un business criminale.
«Ma tutelare la loro vita supera anche questi scenari descritti a tinte fosche, forse troppo».